domenica 7 marzo 2010
I confini incerti della salute e della malattia. Alcune considerazioni sulla scienza medica
In un libro uscito di recente, davvero interessante e per certi versi anche sorprendente, si è preso in esame lo statuto epistemologico della scienza medica e se ne sono esaminate alcune anomalie.
Riteniamo che si tratti di un contributo importante, utile a fare chiarezza su alcuni luoghi comuni e su alcuni automatismi che guidano i nostri giudizi intorno al concetto di salute. (1)
Anzitutto, cos'è la malattia? Sapendo cos'è la malattia possiamo avere una certezza intorno al fenomeno, oltre che al concetto, della salute?
Un primo sorprendente spunto che viene da questo libro riguarda la definizione della malattia.
La definizione della malattia, anzitutto, cambia col tempo. Basti pensare che la soglia glicemica si è abbassata del di oltre il 15 % negli ultimi venti anni o che qualcosa di simile è accaduto per l'ipertensione arteriosa.
Se il concetto di ciò che è considerato patologico è incerto, oscillante, altrettanto traballante risulta la diagnostica e la prognostica; solo il mitico Dr. House, come hanno chiarito alcuni giovani filosofi, usando creativamente deduzioni, induzioni e abduzioni è in grado di dipanare il più aggrovigliato caso sanitario. (2)
Un esempio interessante della dogmaticità della ricerca in alcuni casi è quella sulla monocausalità dei fattori patogeni del beri beri. Alla fine del 1800 erano talmente sicuri di orientare la ricerca su un batterio o su un virus che fosse all'origine di questa malattia, che quando qualcuno provò a collegarla alla spiegazione giusta, cioè la carenza di vitamina B1, sistematicamente questa veniva scartata perché non rientrava nel paradigma batteriologico monocausale, secondo cui ogni malattia ha una e una sola causa, appunto un batterio o un virus.
Similmente accade con le aspettative – per molti versi fondate, intendiamoci – che si hanno nei confronti della genetica. Tanto che gli autori non esitano a definirla come una sorta di mitologia del gene.
L'attuale paradigma dell'ereditabilità genetica è molto simile al paradigma monocausale, con la sua ricerca di un'eziologia infettiva per le malattie, senza tenere nella dovuta considerazione il fattore ambientale. Eppure, dicono i due autori, gli esempi di determinazione ambientale dello sviluppo degli organismi sono davvero tanti, come sta cercando di mettere in luce la nuova disciplina dell'epigenetica.
Un altro elemento interessante di discussione presente nel libro riguarda i rapporti tra la medicina e il mercato. A partire dalla constatazione che a volte non è dato definire con precisione la malattia, come ad es. nel caso dell'ipertensione. Un livello elevato di pressione non è di per sé una malattia secondo i criteri tradizionali, quanto piuttosto un segno predittivo, un sintomo, appunto, di alcune conseguenze patologiche, come l'infarto o l'ictus. Definirla malattia deriva dalla propensione a prevenire le complicazioni con un trattamento farmacologico, una via di attacco alle conseguenze patologiche semplice e remunerativa. Un esempio ancora più eclatante è quello della influenza H1N1, conosciuta come influenza suina. Secondo gli autori, non si tratterebbe però solo di un puro movimento speculativo da parte di Big Pharma, come viene definito dalla stampa. Attrezzarsi per una pandemia potenzialmente letale come quella della H1N1 non è un semplice calcolo economico e la medicina non è in grado, con le conoscenze attuali, di predire con precisione che cosa accadrà e quanti saranno gli infetti. E' la struttura conoscitiva della scienza medica che lavora con ipotesi e con probabilità e non con certezze. E' il suo statuto epistemologico che presenta ancora delle difficoltà, anche se nessuno può negare le straordinarie capacità della medicina di rispondere alle sfide più impegnative.
Ma la contiguità con scelte dettate da potentissimi interessi economici è un forte elemento di distorsione della ricerca per la scienza medica. Se non c' è automatismo nel definire come market oriented la ricerca medica, va però considerato che le sue ripercussioni sul sistema economico sono davvero rilevanti e che le pressioni da parte delle imprese del settore sulla ricerca sono altrettanto imponenti
NOTE
1)R. Satolli, Paolo Vineis, I due dogmi. Oggettività della scienza e integralismo etico, Feltrinelli, Milano 2009. Roberto Satolli è un giornalista ed un divulgatore; Paolo Vineis è un epidemiologo.
2)Blitris, La filosofia del Dr. House. Etica, logica ed epistemologia di un eroe televisivo, Feltrinelli, Milano, 2007. Per chiarire i rapporti tra cultura filosofica e medicina si veda il magistrale contributo di M. Foucault, Nascita della clinica, Einaudi, Torino, 1969 e Id. Storia della follia nell'età classica, Rizzoli, Milano, 1963.
Tratto da Rivista Lavoro e Post Mercato n° 79
Iscriviti a:
Post (Atom)