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domenica 4 ottobre 2009

Il libro e i bit. Il lettore degli ebook alla prova di maturità tecnologica.


Più volte siamo intervenuti su questa rivista per segnalare gli interessanti esperimenti di innovazione che si generano dall’incontro tra innovazione tecnologica e usi sociali della tecnica.
Un banco di prova particolarmente importante di questo intreccio è sicuramente dato dal numero crescente di vendita dei dispositivi elettronici portatili di lettura che imitano in modo sorprendente i libri o i giornali di carta.

Ci riferiamo, in particolare, alla seconda generazione dei “kindle”, devices elettronici ancora piuttosto costosi, ma che presentano una notevole vicinanza percettiva ai libri, cioè a quegli oggetti che dal’avvento della rivoluzione della stampa gutenberghiana sono stati il più formidabile strumento di diffusione della conoscenza che l’intera storia umana abbia conosciuto.(1)

Noi non possiamo sapere, adesso, se siamo in prossimità di una rivoluzione altrettanto profonda ed estesa di quella dell’invenzione della stampa. Sta di fatto che ne siamo piuttosto vicini e che le possibilità tecnologiche per sostituire la carta con i bit sono davvero già a nostra disposizione.

Per comprendere meglio questo passaggio che si annuncia da diversi anni come epocale, e che però viene sempre rinviato, dobbiamo però compiere un passo indietro e cercare di cogliere tutte le peculiarità dell’uso della carta e della stampa nella diffusione del sapere e delle conoscenze più disparate.

Anzitutto la carta. Pur essendo una tecnologia abbastanza conosciuta sin da tempi antichi, la lunghezza dei procedimenti per ottenerla e il costo elevato delle lavorazioni ne hanno impedito per secoli un uso diffuso per tutti. Senza contare gli spaventosi tassi di analfabetismo di gran parte delle popolazioni antiche, a riprova del fatto che come è spesso accaduto nella storia, il sapere è potere.
Da un punto di vista strettamente tecnologico, vale a dire come supporto fisico per la scrittura e la diffusione delle idee, però, la carta è davvero un piccolo portento.
Semplice, maneggevole, leggera, duttile nella lavorazione e nelle forme, di lunghissima durata – si pensi che noi ancora oggi conserviamo documenti cartacei millenari – facilmente conservabile e stivabile, la carta si presenta come un compagno di strada prezioso e servizievole per la conservazione e la diffusione della cultura e della conoscenza umana. Persino le sue proprietà fisiche più semplici, percepibili al tatto, all’olfatto e alla vista la rendono gradevole e amabile, come ben sanno i bibliofili più accaniti, spesso amanti dell’oggetto in sé stesso, oltre che dello strumento culturale vero e proprio.

Quanto alla stampa, la geniale invenzione gutenberghiana è troppo nota e celebrata per soffermarvisi a lungo. Basti dire, in questa sede, che dalla prima Bibbia tirata a stampa meccanica ad oggi, sono miliardi i testi stampati con le lettere mobili. Grazie ad essi, e grazie all’intuizione di un geniale artigiano, siamo stati in grado di compiere un prodigioso balzo in avanti nella diffusione della conoscenza e delle informazioni. Attraverso i libri, si sono create e consolidate le lingue e le istituzioni umane, le conoscenze sul mondo e sulla storia, sulla salute e sui pericoli, sulle scoperte e sulle tradizioni. Ogni aspetto della esperienza del mondo, come ha sottolineato il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges, si è riflesso e si è depositato in una virtuale e infinita biblioteca che contiene in sé tutti gli aspetti del mondo.(2)

Come si diceva, forse siamo in prossimità di un ulteriore salto tecnologico, con la diffusione di dispositivi portatili – come nel caso dei kindle di 2° generazione - in grado non solo di emulare la percezione fisica del testo a stampa e di rendere l’esperienza di lettura su monitor del tutto assimilabile a quella di un testo scritto, ma addirittura di rendere possibile la portabilità di un numero enorme di testi, senza essere costretti a spostare voluminose e pesanti biblioteche.

Inoltre, con la possibilità di collegarsi alla Rete da qualsiasi parte, vi è la possibilità concreta di reperire ogni testo – libro, giornale, rivista, ecc.- in qualsiasi momento, senza doversi recare fisicamente nei luoghi di vendita come le librerie o le edicole.

Come si vede, un’innovazione di questo genere avrebbe un effetto dirompente oltre che sulla lettura del testo e sulla fruizione della cultura, anche sui livelli a monte della produzione e della distribuzione.
Se l’e-book, il libro in formato elettronico risulterà facilmente leggibile, se sarà sfogliabile come un libro tradizionale, se supererà i problemi di durata delle batterie e se il contenuto, come nel caso della carta, avrà una durata e un’accessibilità protratta a lungo nel tempo, allora può essere che in un futuro non troppo lontano i lettori digitali dei testi possano affiancare e parzialmente sostituire i cari, vecchi libri di carta.

A questa catena di condizioni bisogna anche aggiungere quelle della produzione e della distribuzione dei testi.(3)
Il rapporto tra editoria tradizionale su carta ed editoria digitale resta ancora tutto da decifrare, soprattutto per ciò che riguarda la questione dei diritti d’autore e dei rapporti con i distributori, considerando che le piattaforme telematiche per la diffusione delle opere e dei testi non sono ancora pronte o lo sono come mera riproduzione virtuale delle librerie fisiche.

Un ultimo punto riguarderà anche il destino delle biblioteche, soprattutto quelle pubbliche, il cui compito principale, sin qui, è stato quello di rendere accessibili al maggior numero di lettori possibile le opere ritenute più significative per la cultura universale.
La semplice innovazione tecnologica, come spesso accade, non basta a scardinare un sistema consolidato da secoli. Fin quando non sarà raggiunto un equilibrio abbastanza stabile tra possibilità tecnologiche e interessi materiali, sarà difficile che una interessante invenzione sostituisca in breve tempo ed integralmente un intero complesso di istituzioni e di pratiche consolidate.

E’ probabile che avvenga un’integrazione e una compresenza funzionale fra le peculiarità dei due formati. Avremo insieme la maggiore capacità di interattività, di comodità e d’indicizzazione fornita dai libri in formato digitale e la tenuta del libro cartaceo che si presenta come oggetto non solo intellettuale ma anche fisico a cui i lettori non rinunceranno sia per il suo valore estetico che per il carattere particolarmente comodo ed ergonomico della sua fruizione.
D’altro canto, un libro di carta, non ha bisogno di elettricità e di un sistema informatico per funzionare….

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NOTE

1) Meritoriamente, l’associazione Galassia Gutenberg, nata alla fine degli anni ’80 a Napoli, ci ricorda ogni anno questa meravigliosa scoperta e propone itinerari conoscitivi interessanti e stimolanti intorno alle vicende del libro e dell’editoria. V. http://www.galassia.org/web/default.asp. Quanto ai dispositivi elettronici per la lettura, Il Kindle 2 è un'evoluzione sensibilmente migliorata del suo predecessore, presentato nel novembre del 2007 e lanciato in grande stile da Jeff Bezos, proprietario della più importante libreria virtuale del mondo, Amazon, e accolto da un successo forse inatteso dalla stessa azienda produttrice. Il Kindle 2 si presenta come un dispositivo semplice e di dimensioni davvero interessanti: venti centimetri per dodici e un ampio schermo da 6 pollici con risoluzione 600x800 a 16 toni di grigio. Sotto lo schermo c'è una tastiera completa, utile per prendere appunti o per cercare parole specifiche all'interno di un testo o nel vocabolario integrato (da 250mila lemmi). Per controllare la navigazione tra le pagine ci sono 4 pulsanti laterali e un piccolo joystick, mentre sono state migliorate la capacità della batteria (fino a 2 settimane), la velocità di aggiornamento dello schermo e la memoria interna, arrivata ora a 2 giga. (Vedi http://www.amazon.com/dp/B00154JDAI)
2) Jorge Luis Borges, La Biblioteca di Babele, in Finzioni, Mondadori, 1985, vol. I.
3) Il dibattito è stato all’ordine del giorno alla recente edizione della Fiera Internazionale del Libro di Torino. Vedi ad es. http://www.salonelibro.it/it/news-e-multimedia/notizie/6866-2-il-futuro-del-libro-tra-stupidita-e-nuovi-media-conversazione-tra-umberto-eco-e-jean-claude-carriere.html.