mercoledì 19 agosto 2009

Primi bilanci per il Web 2.0. (Seconda ed ultima parte)


Portali e motori di ricerca
L'ingresso in Rete, che fino a pochi anni fa passava attraverso i portali, avviene oggi attraverso i motori di ricerca. Anche in questo caso, sembra che il dilemma tra passato e futuro si risolva facendo appello alle capacità da parte degli utenti di creare contenuti. I primi motori di ricerca, come Yahoo o Virgilio, non erano altro che dei siti in cui venivano raccolti da esperti della Rete i link alle pagine ritenute più interessanti. L'arrivo di motori di ricerca sempre più potenti, in grado di vagliare miliardi di pagine in pochi istanti, ha apparentemente consegnato al passato quel tipo di ricerche. Eppure, la ricerca umana dentro a Internet si è presa una rivincita. I motori sono una risorsa fondamentale per navigare ma la capacità discriminatoria umana sulla rilevanza delle notizie resta per il momento superiore, almeno fino a quando non verrà progettato il cosiddetto web semantico. La vera differenza col passato è che adesso la ricerca fine viene effettuata non da dipendenti pagati dai motori di ricerca ma direttamente dagli internauti, che commentano e appongono delle etichette (tag) su siti pubblici. Accanto al social networking c'è dunque un social bookmarking.

Download e upload di file
“Scaricare” o “caricare” file tra computer a distanza è sempre stato una delle attività più peculiari della Rete. La differenza sostanziale con i sistemi oggi in uso è che le stesse attività di condivisiome, accresciute enormemente grazie alla potenza di calcolo e alla potenza delle reti di connessione, si effettuano con sistemi definiti P2P, cioè Peer to Peer, da pari a pari. Questi software, sempre più evoluti e performanti, mettono in collegamento in orizzontale, da pari a pari appunto, i computer, senza dover passare da server che facciano da semaforo e da smistamento. Ogni singolo pc funziona da server o da client a seconda dell'attività che sta svolgendo, spesso anche contemporaneamente. La questione più rilevante, però, è la facilità di condivisione di risorse intellettuali che, essendo digitalizzate, viaggiano con grande facilità all'interno della Rete. La condivisione di file musicali, video e software apre il serio problema della proprietà intellettuale di cui non vogliamo parlare in questa sede e che merita un discorso a sé. Per il momento basti segnalare il problema: lo scambio di file porta con sé una sfida fondamentale al sistema del copyright. Bisogna vedere in quali termini e con quali prospettive sarà affrontato il problema in futuro, se si applicheranno gli schemi conosciuti per la tutela del diritto d'autore o se i nuovi mezzi di comunicazione ne richiedono un ripensamento radicale.

Il fenomeno wiki
Se c'è un tratto evidente nel web 2.0, oltre quello della condivisione e della creazione di contenuti da parte degli utenti, sta nella forza della collettività e nello spostamento della centralità dell'autore singolo alla crescente importanza della costruzione collettiva.
Un fenomeno che attesta l'importanza dell'impresa coellettiva è quello del cosiddetto wiki, il cui più celebre frutto è wikipedia, l'enciclopedia on line, curata dagli utenti, i quali mettono a disposizione il proprio sapere e le proprie conoscenze per costruire voci enciclopediche su ogni argomento possibile. La specificità di questa enciclopedia, oltre ad essere interamente reperibile on line, è che tutte le voci che vengono messe a disposizione degli utenti sono passibili di essere revisionati da utenti più esperti o più aggiornati, in linea con l'idea che la conoscenza non è data una volta per tutte e che vive in continuo sviluppo. Non sono mancate polemiche, su questo punto, proprio per la difficoltà di avere un controllo scientifico certo sui contenuti dell'enciclopedia.
Sulla scia dei software che ne rendono semplice l'applicazione, il modello wiki prende sempre più piede, tanto da essere adottato da alcune organizzazioni per lavorare in comune su alcuni documenti e per conservare traccia delle revisioni via via apportate.

Citizen Journalism
Analogamente al fenomeno wiki, che ha riguardato la creazione di documenti redatti collettivamente, anche il giornalismo è stato investito da questo processo di spostamento dall'autore riconosciuto e famoso alla nascita di forme di giornalismo dal basso, in cui gli utenti diventano cacciatori o fonti di notizie essi stessi.
I tradizionali quotidiani di carta dapprima si sono posti il problema di una loro presenza on line, offrendo spesso un duplicato del prodotto cartaceo, con l'idea che cambiava il canale di distribuzione ma non il modo di produrre e di costruire un mezzo d'informazione. In una fase successiva, le redazioni on line si sono autonomizzate, fino al punto che molte pubblicazioni ormai esistono solo on line. Sfruttando le tecnologie oggi disponibili, attualmente stanno sviluppandosi forme di giornalismo dal basso – dette citizen journalism – per identificare tutte quelle forme di produzione e distribuzione delle notizie che si basano sul fatto che i lettori sono anche reporter e alimentano il sito web del giornale con fatti o notizie.
Rimane da chiarire, dunque, oltre alla questione se i giornali di carta hanno il destino segnato, se il modello della produzione giornalistica con una redazione e dei professionisti riconosciuti rimarrà tale, fatte salve le modifiche dovute ai nuovi mezzi di comunicazione e la comparsa di nuovi dispositivi di lettura portatili come i kindle.

Dispositivi di connessione mobili
Altro elemento che connota l'attuale immagine del web riguarda l'uso di dispositivi (devices) diversi dal pc per l'accesso alla Rete.
Nel giro di pochi anni, infatti, le reti di connessione senza fili, wireless, hanno raggiunto potenze di banda che non hanno nulla da invidiare alle connessioni via cavo tradizionale. Tanto che le offerte dei vari operatori di telecomunicazione si stanno sempre più orientando verso il mercato della connessione tramite dispositivo mobile, offrendo tariffe via via sempre più convenienti. L'apsetto rilevante dell'accesso al web tramite cellulare (ma si può facilmente ipotizzare anche tramite console di gioco o tramite apparecchi televisivi) amplia enormemente il numero di utenti e amplifica i fenomeni di condivisione, di scambio e di produzione di contenuti che abbiamo visto a proposito dei computer connessi alla Rete.

Quello che abbiamo fin qui richiamato non è che una parte delle novità emergenti nel livello superiore raggiunto attualmente dal web rispetto alle prime tecnologie disponibili.
I prossimi traguardi sono abbastanza difficili da ipotizzare. Ci sarà sicuramente un interesse spasmodico per i motori di ricerca, il cui traguardo finale è per il momento il cosiddetto web semantico, vale a dire la possibilità che le ricerche in rete si svolgano non su algoritmi di frequenza di citazioni ma si basino invece sul tipo di ricerche che si compiono con la logica tipicamente umana della pertinenza e della rilevanza.

Altro elemento su cui già si orientano le ricerche è quello della riduzione o della sparizione della latenza di accesso alle applicazioni e all'accesso alla rete. La ricerca di materiali, processori e sistemi di calcolo sempre più potenti tenderanno a traguardare questo obiettivo.

Non è certamente dietro l'angolo, ma comincia a profilarsi la possibilità che molte delle applicazioni che adesso risiedono negli hard disk dei computer o dei cellulari, siano sempre più spostati su server remoti – è il cosiddetto cloud computing - che li metteranno a disposizione a seconda delle necessità e delle risorse disponibili del terminale che li richiede, superando molti ostacoli in tema di installazioni, compatibilità e versioni aggiornate.

In definitiva, quel che sembra sempre più significativo adesso è che le tecnologie hardware e software diventino sempre più trasparenti, invisibili all'utente finale, perché quel che davvero interessa sempre più è l'uso sociale e condiviso delle risorse e delle conoscenze.

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