Nell'ambito del Festival di Spoleto, giunto quest'anno alla 51° edizione nella sezione di Spoleto Scienza, curata come di consueto dalla Fondazione Sigma Tau, è stato dedicato ampio spazio al tema della percezione, della comprensione e della divulgazione delle scoperte scientifiche e delle più importanti e controverse applicazioni tecnologiche degli ultimi anni. (1)
In quest'occasione si è stilato un primo bilancio dei vent'anni di attività di divulgazione dei temi e delle scoperte scientifiche più importanti nell'ambito della sezione Spoleto Scienza, curata, come detto, dalla Fondazione Sigma Tau. Questa esperienza, che ha visto confrontarsi nel corso degli anni numerosi scienziati, filosofi, giornalisti, storici, è stata e continua ad essere uno dei primi e più importanti luoghi di divulgazione e di riflessione sui più dibattuti temi della scienza. Quest'anno la Sezione Scienza ha proposto due temi: 1) “La scienza al tramonto del secolo breve”, dedicata al rapporto tra scienza e opinione pubblica, con la presenza del maggior esperto di Public Understanding of Science, il Prof. Martin Bauer. 2) Il secondo tema dibattuto ha riguardato il genoma umano e le nuove prospettive della cure individualizzate aperte dalla maggiore conoscenza dei codici genetici. Il titolo di questo secondo workshop è “La scienza all’alba del nuovo ordine”.
Ecco un breve resoconto di alcuni interventi tenutisi al primo incontro.
Il Prof. Mauro Ceruti, dell'Università di Bergamo, che ha coordinato gli interventi, ha provato a tracciare una prima mappa dei più importanti avvenimenti storici e scientifici degli ultimi vent'anni.A pochi mesi dalla caduta del muro di Berlino (1989), termine finale del secolo breve, iniziato nel 1914, come ha proposto di classificarlo lo storico inglese Hosbwahm, possiamo vedere la presenza di connessioni nuove e di fenomeni imprevedibili, come la moltiplicazione degli attori sulla scena politica mondiale dopo il dissolvimento dei blocchi alla caduta del muro. (2)
Sono gli anni di una presa di coscienza collettiva della centralità della questione ecologica, più ampia dei temi strettamente ecologisti, dato che essa comincia ad incrociarsi in modo significativo con i problemi dello sviluppo e della drastica riduzione della biodiversità.
Tema delicato e controverso è anche quello della crisi irreversibile dei sistemi formativi e dell'educazione degli adulti, nel nuovo sistema dei contenuti e dei saperi codificati, con l'esigenza di una ricomposizione delle conoscenze, la cui complessità risulta sempre più difficilmente governabile. Cambia in modo significativo anche la riflessione che la scienza compie su se stessa, con la nascita di nuovi paradigmi epistemologici, nati in ambito post popperiano. La razionalità scientifica si trova a dover comprendere e fare tesoro della storicità e dei contesti sociali in cui opera, al di la della contrapposizione tra assolutismo e relativismo.Almeno altri due processi risultano significativi in questo quadro: la prepotente entrata in scena delle scienze del vivente, che hanno quasi scalzato le scienze fisiche dal posto d'onore nel campo delle scienze naturali e la nascita, carica di enormi conseguenze, imprevista per gli scenari tecnologici del tempo, del personal computer.Cambia radicalmente anche la comprensione sociale della scienza, che diventa un sistema multidimesionale, a rete, con la presenza di molti attori: esperti, scienziati, divulgatori, opinione pubblica, mezzi di comunicazione di massa.
Il prof. Martin Bauer, Reader in Social Psychology and Research Methodology della London School of Economics, uno dei maggiori studiosi del rapporto tra Scienza e opinione pubblica, ha tenuto un importante intervento che ha fatto il punto sugli ultimi decenni di questa controversa relazione.Qual è il ruolo della scienza e la sua posizione nella vita quotidiana di tutti noi? Qual è il suo posto nel senso comune?, si è chiesto Bauer. Negli anni 1960-1980, dice lo studioso, si è fatta una prima diagnosi del problema, a partire dal fatto che la scienza è uscita dai laboratori e ha incominciato a misurarsi con le aspettative e le paure dell'opinione pubblica. In quegli anni si è fatta una prima diagnosi, che avrebbe condizionato ampiamente questa relazione: esiste un deficit di conoscenza ed è necessaria una divulgazione in grado di procedere ad una vera e propria alfabetizzazione sulle scoperte scientifiche principali. Si è quindi proceduto a misurare gli atteggiamenti per verificare se c'è una relazione tra conoscenze e atteggiamenti; se si conosce meglio la scienza si può amarla o perlomeno non temerla.
Questa impostazione si basava sulla incultura del pubblico medio e aveva come base metodologica l'obiettivo di arrivare al “cuore del pubblico”, facendo leva sugli aspetti emotivi e non su quelli razionali.Negli anni successivi, e siamo già ai giorni nostri, si è proceduto alla proposta dei cosiddetti event making, manifestazioni, festival o incontri collettivi in grado di coinvolgere il pubblico su particolari aspetti delle conoscenze scientifiche. (3)
Come trovare sistemi di misurazione adeguati per verificare gli atteggiamenti del pubblico?La più importante indagine sulla percezione della scienza da parte dell'opinione pubblica si è tentata con le inchieste raccolte nel rapporto Eurobarometro 2005. (4)
Si è anche provato a comparare gli atteggiamenti tra due realtà piuttosto differenti, l’India e l’Europa. Nell’India del pieno sviluppo industriale, ad una conoscenza maggiore corrisponde una maggiore accettazione ed un generale tono di positività degli atteggiamenti. In Europa, una realtà già postindustriale, ad una migliore conoscenza delle scoperte scientifiche, corrisponde un panorama più frammentato e con aree critiche, anche se si assiste a delle sensibili differenziazioni relativamente ai temi più delicati.
Nel complesso, le risposte hanno rilevato una percezione abbastanza positiva e ottimistica di cio' che scienza e tecnologia possono effettivamente fare per l'umanita' in termini di ricerca medica, e di miglioramento della qualita' della vita, nonche' opportunita' per le generazioni future. Per quanto riguarda le questioni specifiche, gli europei danno l'impressione di essere aperti a sviluppi ulteriori, considerate le controversie che riguardano alcune delle tematiche in oggetto. Ad esempio, la maggioranza dei cittadini ritiene che la biotecnologia, l'ingegneria genetica e l'agricoltura ad alto impiego di tecnologia eserciteranno un effetto positivo sul nostro stile di vita.Le domande concentrate sul tema della salute umana vedono un'analoga percentuale di intervistati che sarebbe disposta ad accettare la clonazione degli animali o delle cellule staminali di embrioni umani in circostanze eccezionali, ma tracciano una chiara linea morale quando si passa alla clonazione degli esseri umani per scopi riproduttivi.In conclusione, mentre i cittadini europei sembrano fidarsi degli sviluppi scientifici soprattutto in termini di cura, salute, sicurezza, manifestano un deciso scetticismo, se non un rifiuto vero e proprio, sulla questione degli OGM, organismi geneticamente modificati. Su quest’ultimo punto, va anche detto che le campagne di stampa, spesso superficiali e allarmistiche, hanno offuscato qualsiasi seria analisi dell’argomento. Il prof. Bauer, infine, per ovviare ai problemi di relazione tra scienza ed opinione pubblica, propone di costruire un modello di scambio tra scienziati e senso comune basato sui concetti di distanza e di qualità di relazione. Distanza, perché occorre misurare la capacità di comprensione di concetti e metodiche spesso astruse o estremamente tecniche. La qualità, invece, agisce sull’effetto di andata e ritorno della comprensione, in modo che anche gli scienziati abbiano a loro volta una percezione di ciò che il senso comune ha compreso ed elaborato del loro lavoro. In ogni caso, si tratta di processi che devono essere studiati e programmati nel medio-lungo termine.
Il Prof. Paolo Rossi, storico, ha delineato un quadro contrastato del clima culturale e politico negli ultimi decenni intorno all’immagine della scienza presso il grande pubblico e in particolare presso alcuni ambienti intellettuali, particolrmente influenti sull’opinione pubblica e su importanti settori della politica.
E’ seguito poi l’intervento di Alison Abbott, Senior European Correspondent di Nature, che ha offerto un interessante intervento sul giornalismo scientifico e sulle sue capacità divulgative presso il grande pubblico, mostrandone ancora la scarsa diffusione nel pubblico medio.
Altrettanto interessante l’intervento di chiusura del Prof. J. Barrow, astrofisico e grande divulgatore, che ha presentato il suo volume Cosmic Imagery, “ Le immagini della scienza”, cui rinviamo per la gradevolezza nella lettura.Da questa breve presentazione, si vede come i diversi argomenti della comprensione pubblica delle tecnoscienze siano a volte inquadrati, nella percezione pubblica, come intrinsecamente rischiosi, da approcciare e guardare con diffidenza. Anche gli sforzi comunicativi di chi si occupa della divulgazione scientifica, soprattutto in Italia, dove si fatica a comunicare un’immagine della scienza e dei suoi dibattiti interni all’altezza della situazione, devono fare i conti con un ambiente spesso refrattario o indifferente alla serietà della sfida e della posta in gioco.Luglio 2008
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Note
(1) Per le notizie sul “nuovo corso” del Festival di Spoleto, vedi l'intervento sul numero 43 di Lavoro e Post Mercato dedicato alla violenza (E’ possibile un mondo senza violenza? Un workshop sulla violenza e le sue metamorfosi). L'incontro dedicato a “La scienza al tramonto del secolo breve” si è tenuto il 12 luglio 2008, come di consueto al Chiostro di San Nicolò. L'altro simposio, dedicato al Genoma, dal tirolo La Scienza all’alba del nuovo ordine, si è tenuto il giorno dopo. Ritorneremo su questo secondo incontro nei prossimi numeri della rivista.
(2) Eric Hosbawm, Age of Extremes - The Short Twentieth Century 1914-1991, trad. it. Il secolo breve. 1914-1991, Rizzoli, Milano, 2006.
(3) Segnaliamo qui due tra le più importanti manifestazioni che si tengono su questo tema in Italia: Torino e Genova. Vedi http://www.torinoscienza.it e http://festivalscienza.it.
Interessante anche il Festival della Cretività che si tiene a Firenze. Da visitare il sito: http://www.festivaldellacreativita.it.
(4)Cfr.http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/
In quest'occasione si è stilato un primo bilancio dei vent'anni di attività di divulgazione dei temi e delle scoperte scientifiche più importanti nell'ambito della sezione Spoleto Scienza, curata, come detto, dalla Fondazione Sigma Tau. Questa esperienza, che ha visto confrontarsi nel corso degli anni numerosi scienziati, filosofi, giornalisti, storici, è stata e continua ad essere uno dei primi e più importanti luoghi di divulgazione e di riflessione sui più dibattuti temi della scienza. Quest'anno la Sezione Scienza ha proposto due temi: 1) “La scienza al tramonto del secolo breve”, dedicata al rapporto tra scienza e opinione pubblica, con la presenza del maggior esperto di Public Understanding of Science, il Prof. Martin Bauer. 2) Il secondo tema dibattuto ha riguardato il genoma umano e le nuove prospettive della cure individualizzate aperte dalla maggiore conoscenza dei codici genetici. Il titolo di questo secondo workshop è “La scienza all’alba del nuovo ordine”.
Ecco un breve resoconto di alcuni interventi tenutisi al primo incontro.
Il Prof. Mauro Ceruti, dell'Università di Bergamo, che ha coordinato gli interventi, ha provato a tracciare una prima mappa dei più importanti avvenimenti storici e scientifici degli ultimi vent'anni.A pochi mesi dalla caduta del muro di Berlino (1989), termine finale del secolo breve, iniziato nel 1914, come ha proposto di classificarlo lo storico inglese Hosbwahm, possiamo vedere la presenza di connessioni nuove e di fenomeni imprevedibili, come la moltiplicazione degli attori sulla scena politica mondiale dopo il dissolvimento dei blocchi alla caduta del muro. (2)
Sono gli anni di una presa di coscienza collettiva della centralità della questione ecologica, più ampia dei temi strettamente ecologisti, dato che essa comincia ad incrociarsi in modo significativo con i problemi dello sviluppo e della drastica riduzione della biodiversità.
Tema delicato e controverso è anche quello della crisi irreversibile dei sistemi formativi e dell'educazione degli adulti, nel nuovo sistema dei contenuti e dei saperi codificati, con l'esigenza di una ricomposizione delle conoscenze, la cui complessità risulta sempre più difficilmente governabile. Cambia in modo significativo anche la riflessione che la scienza compie su se stessa, con la nascita di nuovi paradigmi epistemologici, nati in ambito post popperiano. La razionalità scientifica si trova a dover comprendere e fare tesoro della storicità e dei contesti sociali in cui opera, al di la della contrapposizione tra assolutismo e relativismo.Almeno altri due processi risultano significativi in questo quadro: la prepotente entrata in scena delle scienze del vivente, che hanno quasi scalzato le scienze fisiche dal posto d'onore nel campo delle scienze naturali e la nascita, carica di enormi conseguenze, imprevista per gli scenari tecnologici del tempo, del personal computer.Cambia radicalmente anche la comprensione sociale della scienza, che diventa un sistema multidimesionale, a rete, con la presenza di molti attori: esperti, scienziati, divulgatori, opinione pubblica, mezzi di comunicazione di massa.
Il prof. Martin Bauer, Reader in Social Psychology and Research Methodology della London School of Economics, uno dei maggiori studiosi del rapporto tra Scienza e opinione pubblica, ha tenuto un importante intervento che ha fatto il punto sugli ultimi decenni di questa controversa relazione.Qual è il ruolo della scienza e la sua posizione nella vita quotidiana di tutti noi? Qual è il suo posto nel senso comune?, si è chiesto Bauer. Negli anni 1960-1980, dice lo studioso, si è fatta una prima diagnosi del problema, a partire dal fatto che la scienza è uscita dai laboratori e ha incominciato a misurarsi con le aspettative e le paure dell'opinione pubblica. In quegli anni si è fatta una prima diagnosi, che avrebbe condizionato ampiamente questa relazione: esiste un deficit di conoscenza ed è necessaria una divulgazione in grado di procedere ad una vera e propria alfabetizzazione sulle scoperte scientifiche principali. Si è quindi proceduto a misurare gli atteggiamenti per verificare se c'è una relazione tra conoscenze e atteggiamenti; se si conosce meglio la scienza si può amarla o perlomeno non temerla.
Questa impostazione si basava sulla incultura del pubblico medio e aveva come base metodologica l'obiettivo di arrivare al “cuore del pubblico”, facendo leva sugli aspetti emotivi e non su quelli razionali.Negli anni successivi, e siamo già ai giorni nostri, si è proceduto alla proposta dei cosiddetti event making, manifestazioni, festival o incontri collettivi in grado di coinvolgere il pubblico su particolari aspetti delle conoscenze scientifiche. (3)
Come trovare sistemi di misurazione adeguati per verificare gli atteggiamenti del pubblico?La più importante indagine sulla percezione della scienza da parte dell'opinione pubblica si è tentata con le inchieste raccolte nel rapporto Eurobarometro 2005. (4)
Si è anche provato a comparare gli atteggiamenti tra due realtà piuttosto differenti, l’India e l’Europa. Nell’India del pieno sviluppo industriale, ad una conoscenza maggiore corrisponde una maggiore accettazione ed un generale tono di positività degli atteggiamenti. In Europa, una realtà già postindustriale, ad una migliore conoscenza delle scoperte scientifiche, corrisponde un panorama più frammentato e con aree critiche, anche se si assiste a delle sensibili differenziazioni relativamente ai temi più delicati.
Nel complesso, le risposte hanno rilevato una percezione abbastanza positiva e ottimistica di cio' che scienza e tecnologia possono effettivamente fare per l'umanita' in termini di ricerca medica, e di miglioramento della qualita' della vita, nonche' opportunita' per le generazioni future. Per quanto riguarda le questioni specifiche, gli europei danno l'impressione di essere aperti a sviluppi ulteriori, considerate le controversie che riguardano alcune delle tematiche in oggetto. Ad esempio, la maggioranza dei cittadini ritiene che la biotecnologia, l'ingegneria genetica e l'agricoltura ad alto impiego di tecnologia eserciteranno un effetto positivo sul nostro stile di vita.Le domande concentrate sul tema della salute umana vedono un'analoga percentuale di intervistati che sarebbe disposta ad accettare la clonazione degli animali o delle cellule staminali di embrioni umani in circostanze eccezionali, ma tracciano una chiara linea morale quando si passa alla clonazione degli esseri umani per scopi riproduttivi.In conclusione, mentre i cittadini europei sembrano fidarsi degli sviluppi scientifici soprattutto in termini di cura, salute, sicurezza, manifestano un deciso scetticismo, se non un rifiuto vero e proprio, sulla questione degli OGM, organismi geneticamente modificati. Su quest’ultimo punto, va anche detto che le campagne di stampa, spesso superficiali e allarmistiche, hanno offuscato qualsiasi seria analisi dell’argomento. Il prof. Bauer, infine, per ovviare ai problemi di relazione tra scienza ed opinione pubblica, propone di costruire un modello di scambio tra scienziati e senso comune basato sui concetti di distanza e di qualità di relazione. Distanza, perché occorre misurare la capacità di comprensione di concetti e metodiche spesso astruse o estremamente tecniche. La qualità, invece, agisce sull’effetto di andata e ritorno della comprensione, in modo che anche gli scienziati abbiano a loro volta una percezione di ciò che il senso comune ha compreso ed elaborato del loro lavoro. In ogni caso, si tratta di processi che devono essere studiati e programmati nel medio-lungo termine.
Il Prof. Paolo Rossi, storico, ha delineato un quadro contrastato del clima culturale e politico negli ultimi decenni intorno all’immagine della scienza presso il grande pubblico e in particolare presso alcuni ambienti intellettuali, particolrmente influenti sull’opinione pubblica e su importanti settori della politica.
E’ seguito poi l’intervento di Alison Abbott, Senior European Correspondent di Nature, che ha offerto un interessante intervento sul giornalismo scientifico e sulle sue capacità divulgative presso il grande pubblico, mostrandone ancora la scarsa diffusione nel pubblico medio.
Altrettanto interessante l’intervento di chiusura del Prof. J. Barrow, astrofisico e grande divulgatore, che ha presentato il suo volume Cosmic Imagery, “ Le immagini della scienza”, cui rinviamo per la gradevolezza nella lettura.Da questa breve presentazione, si vede come i diversi argomenti della comprensione pubblica delle tecnoscienze siano a volte inquadrati, nella percezione pubblica, come intrinsecamente rischiosi, da approcciare e guardare con diffidenza. Anche gli sforzi comunicativi di chi si occupa della divulgazione scientifica, soprattutto in Italia, dove si fatica a comunicare un’immagine della scienza e dei suoi dibattiti interni all’altezza della situazione, devono fare i conti con un ambiente spesso refrattario o indifferente alla serietà della sfida e della posta in gioco.Luglio 2008
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Note
(1) Per le notizie sul “nuovo corso” del Festival di Spoleto, vedi l'intervento sul numero 43 di Lavoro e Post Mercato dedicato alla violenza (E’ possibile un mondo senza violenza? Un workshop sulla violenza e le sue metamorfosi). L'incontro dedicato a “La scienza al tramonto del secolo breve” si è tenuto il 12 luglio 2008, come di consueto al Chiostro di San Nicolò. L'altro simposio, dedicato al Genoma, dal tirolo La Scienza all’alba del nuovo ordine, si è tenuto il giorno dopo. Ritorneremo su questo secondo incontro nei prossimi numeri della rivista.
(2) Eric Hosbawm, Age of Extremes - The Short Twentieth Century 1914-1991, trad. it. Il secolo breve. 1914-1991, Rizzoli, Milano, 2006.
(3) Segnaliamo qui due tra le più importanti manifestazioni che si tengono su questo tema in Italia: Torino e Genova. Vedi http://www.torinoscienza.it e http://festivalscienza.it.
Interessante anche il Festival della Cretività che si tiene a Firenze. Da visitare il sito: http://www.festivaldellacreativita.it.
(4)Cfr.http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/