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sabato 15 agosto 2009

Firmata la Carta Europea della libertà di stampa



Come sappiamo, la libertà d'informazione comprende la libertà di stampa e la libertà di essere informati, tanto da dover garantire, se vogliamo parlare di sistemi democratici davvero tali, la promozione e la protezione dello scambio e della diffusione di informazioni.

Le drammatiche notizie che ci giungono con difficoltà dall'IRAN confermano questa elementare necessità.
In Iran, fin dall'inizio della crisi politica innescata dai contestati risultati elettorali, è stata chiara l’importanza strategica soprattutto dei nuovi media nella diffusione delle notizie che i media ufficiali non possono pubblicare.
Si tratta di un vero e proprio fronte telematico della protesta, che vede da una parte il governo iraniano con i suoi tentativi di censura e controllo dell'informazione e dall’altra i manifestanti che usano twitter e i blog personali, appoggiati da buona parte degli “smanettoni” di tutto il mondo a cercare di raccontare quello che sta accadendo, con mezzi digitali di fortuna. (1)

E' con il rigetto degli arcana imperii, che proteggeva le scelte segrete del sovrano nei regimi assolutisti, che le società democratiche avanzate hanno stabilito i principi di libertà di stampa e di circolazione delle idee come presidi indispensabili alla qualità della vita democratica di un popolo.

Eppure, quel che sembra conquistato una volta per tutte, deve essere continuamente difeso.

E poiché il nostro spazio pubblico, benchè i nostri media facciano ben poco per sottolinearlo, ha un orizzonte di riferimento europeo, vogliamo segnalare una iniziativa interessante che trascende la semplice affermazione del principio costituzionale della libertà di stampa e la posiziona in uno spazio più ampio delle legislazioni nazionali, fino a farne un tema da portare all'ordine del giorno delle istituzioni europee.

Il 25 maggio scorso, infatti, 48 giornalisti europei di 19 paesi, compresi alcuni giornalisti italiani, hanno firmato la “Carta Europea della Libertà di stampa” per proteggere il settore dalle interferenze e dalle censure dei governi e assicurare la massima libertà di accesso dei giornalisti alle fonti di informazione

L’8 giugno, questo documento, che definisce i valori fondamentali che le autorità pubbliche dovrebbero rispettare nei rapporti con i giornalisti, è stato presentato e consegnato da Hans-Ulrich Jörges, Caporedattore della rivista tedesca “Stern”, a Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dell’informazione e i media.
La Reding, peraltro, ha già mostrato in passato una spiccata sensibilità su questo punto, tanto da aver attivato all’interno della Direzione generale da lei guidata una “task force” proprio per promuovere la diversità e pluralità dei media e la libertà di stampa.

I dieci articoli del documento individuano i principi fondamentali che i governi devono impegnarsi a rispettare nei rapporti con i giornalisti, fra cui il divieto della censura, la libertà di accesso alle fonti di informazione nazionali e straniere e la libertà di ottenere e diffondere le informazioni.
La Carta ribadisce, inoltre, la necessità di proteggere i giornalisti dai tentativi di vigilanza e auspica un sistema giudiziario efficace per tutelarne i diritti.

Crediamo di fare cosa utile proponendo una traduzione italiana della Carta.(2)


CARTA EUROPEA PER LA LIBERTA' DI STAMPA

Art. 1
La libertà di stampa è vitale per una società democratica. Bisogna fare di tutto per tutelarla e proteggerla e per rispettare la diversità dei media giornalistici in tutte le forme di distribuzione e in tutte le forme di espressioni politiche, sociali e culturali.

Art. 2
La censura è vietata. Occorre garantire l'indipendenza del giornalismo in tutti i media senza persecuzioni o rappresaglie, senza ingerenze politiche o regolatrici da parte degli Stati. La stampa e i media on line non devono essere sottoposti ad un'autorizzazione statale.

Art. 3
I diritti dei giornalisti e dei media alla raccolta e alla diffusione di informazioni e di opinioni non devono essere minacciati, compressi o sanzionati.

Art. 4
La protezione delle fonti giornalistiche deve essere rispettata. Ogni azione di perquisizione delle redazioni e dei locali dove si svolge l'attività giornalistica, o di sorveglianza, o di ascolto delle comunicazioni tra giornalisti aventi ad oggetto la rivelazione delle fonti informative o la violazione del segreto redazionale è vietata.

Art. 5
Tutti gli Stati devono assicurare che tutti i media godano della completa protezione di un sistema giudiziario indipendente e delle istituzioni nella realizzazione della loro attività. Ciò deve valere in particolare per la difesa dei giornalisti e dei loro collaboratori in caso di aggressione e di attentati contro la vita e l'integrità personale. Ogni minaccia o violazione di questi diritti deve essere l'oggetto di un'inchiesta approfondita ed essere sanzionata dal sistema giudiziario.

Art. 6
L'esistenza economica e l'indipendenza dei media non deve essere messa in pericolo da istituzioni pubbliche o da altri organismi. La minaccia di sanzioni economiche è ugualmente vietata. Le imprese private devono rispettare l'indipendenza editoriale dei media e devono astenersi dall'esercizio di ogni tipo di pressione sul contenuto editoriale o di rendere indistinguibile la differenza tra la pubblicità e il contenuto giornalistico.

Art. 7
Le istituzioni pubbliche o sotto il controllo statale non devono ostacolare la libertà d'accesso alle informazioni da parte dei giornalisti. Esse sono tenute a sostenere le loro ricerche di informazioni.

Art. 8
I media e i giornalisti hanno il diritto di accedere liberamente a tutte le informazioni e alle fonti d'informazione, compresi coloro che provengono dall'estero. I visti, gli accrediti e gli altri documenti indispensabili all'attività d'informazione devono essere rilasciati senza ritardo ai giornalisti stranieri.

Art. 9
L'opinione pubblica di ogni Stato deve vedersi garantito il libero accesso all'insieme dei media e alle fonti d'informazione nazionali e internazionali.

Art. 10
Gli Stati non devono limitare l'accesso alla professione di giornalista.


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NOTE
1) Nella recente presentazione al Parlamento del Rapporto annuale del Garante della privacy (vedi http://www.garanteprivacy.it/garante/navig/jsp/index.jsp ), il Presidente Pizzetti ha affermato che dai blog ai social network “oggi l'informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale». Il presidente del Garante ha poi aggiunto che «quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti, e specialmente sui più innovativi, poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima».Quanto all' Italia «per quanto riguarda le nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità delle informazioni acquisite e trattate dai giudici» il Garante ritiene opportuna una nuova disciplina, ma «ribadisce perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico dei giornalisti».
2)la Carta, che può essere consultata on line all’indirizzo http://www.pressfreedom.eu , è disponibile in otto lingue (croato, danese, francese, inglese, polacco, rumeno, russo e tedesco) e può essere sottoscritta dai giornalisti che vi sono interessati.

domenica 12 luglio 2009

No al decreto Alfano sulle intercettazioni - Diritto alla Rete

Riporto dal sito di Repubblica., a firma di Vittorio Zambardino.



"Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere.

Le disposizioni contenute nel Decreto Alfano sulle intercettazioni rientrano all’interno di questa offensiva.

Il cosiddetto “obbligo di rettifica“ imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a …. ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell’obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.

Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.

I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c’è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i “citizen journalist“ se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.

La pluralità dell’informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.

Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.

Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E’ un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: “Non vogliamo farci imbavagliare”.

Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto.

Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia."