domenica 11 aprile 2010

Le rotte dei nuovi schiavi. Le navi negriere


Iniziamo questo intervento con una citazione storica, almeno per ricordare a noi tutti che ci sono fenomeni che vengono da lontano e che un po' di studio e di buona memoria dovrebbero servire per farne buon uso e orientarsi nel presente.

Nel 1781 il capitano Luke Collingwood, al comando della nave negriera Zong, poiché la neve era fuori rotta, con poco cibo e scarse riserve d'acqua, ordinò al suo equipaggio di gettare a mare, al largo dei Caraibi, 132 africani vivi e incatenati ai loro ceppi.
Alla base della sua decisione c'era il fatto incontrovertibile per gli usi dell'epoca che il suo carico umano – o per meglio dire, la merce – sempre più avariato e debilitato per gli stenti, sarebbe perito prima di giungere a destinazione e per questo semplice motivo l’assicurazione non avrebbe pagato lo spettante agli armatori della nave.
Ciò che portò alla ribalta il caso fu il processo che seguì, a Londra, rifiutandosi appunto l’assicurazione di pagare le “perdite” dello Zong.
Dell’episodio esistono resoconti e documenti di archivio; ad esso si riferiscono saggi assai rilevanti nella storia dell’abolizione della schiavitù. (1)

Ad oltre due secoli di distanza, possiamo affermare che le navi negriere non solcano più i mari con il loro triste carico di sofferenza e di sfruttamento?
Diciamo che non esistono più armatori, capitani ed equipaggi, oltre a compagnie assicurative e governi compiacenti, che si muovono alla luce del sole e nella piena legalità per rifornire di forza lavoro a bassissimo costo le coltivazioni e le manifatture più pesanti.

Se c'è un cambiamento, evidente, è che gli schiavi non vengono prelevati alla fonte, con dispendio di patrimoni e di energie per armare le navi e per attrezzare gli equipaggi. Essi, adesso, vengono nel primo mondo spontaneamente, sulle carrette del mare più inverosimili, dopo aver passato a rischio della vita mesi di spostamenti dalle lande più desolate dell'Africa, e dal terzo e ultimo mondo, in cerca di una occasione di sopravvivenza, per sfuggire alla guerra, alla fame o alla persecuzione politica.

Se sopravviveranno agli stenti e al capriccio dei nuovi negrieri che si occupano dei loro spostamenti dai loro sperduti villaggi dopo aver lasciato alle spalle una famiglia ancora più povera dopo la loro partenza,se riusciranno a superare indenni gli spostamenti con ogni mezzo dal deserto, se finalmente riusciranno a trovare una qualsiasi imbarcazione o un mezzo di trasporto che li traghetti nel primo mondo dopo aver pagato una cifra enorme per le loro scarsissime possibilità, se saranno riusciti a sbarcare su una qualche spiaggia del primo mondo con le ossa intatte e senza essere annegati nella traversata, allora può darsi che riusciranno a trovare un qualche lavoro che gli consentirà di sopravvivere e di comprarsi da mangiare e da bere e poco più. Sempre che non vengano intercettati prima dell'arrivo e non vengano internati – eufemismo che sostituisce segregato – in un qualche CIE dove si troveranno in totale sovraffollamento e condizioni di prigionia senza condanna e senza processo.

Invito a guardare le immagini degli interni di una nave negriera (2).
Assomiglia come una goccia d'acqua agli spazi dei CIE e ai poveri giacigli dei capannoni abbandonati dove trovano rifugio.
Come quel capannone abbandonato nelle campagne di Rosarno (RC), Italia, dove alloggiavano centinaia di immigrati in condizioni igieniche ed abitative che l'organizzazione MSF, Medici senza frontiere, ha paragonato alle condizioni dei profughi sparsi nelle varie zone del mondo.
La cronaca è troppo nota, per richiamarla qui. Basta un semplice accenno alla miccia che ha fatto deflagrare il conflitto tra migranti e popolazione locale. Dalle ricostruzioni fatte ex post pare che la rivolta degli immigrati sia stata scatenata dalle provocazioni di alcuni giovani del luogo che avrebbero fatto una bravata assurda, sparando con i fucili ad aria compressa ad alcuni immigrati. La reazione fu furibonda e scatenò l'interesse dei media che dedicarono per qualche giorno ampio spazio alla vicenda. Pensosi editorialisti giunsero a domandarsi se anche in Italia, nel paese che per alcuni decenni ha visto emigrare milioni di uomini e donne verso altri paesi in cerca di fortuna, si fosse instillato il germe del razzismo. Le risposte a questa domanda sono state le più varie e non le riassumiamo qui. Ciascun lettore si faccia la stessa domanda e si dia una risposta onesta.(3)

NOTE
1)Ma la storia dello Zong è nota anche perché ispirò a Turner uno dei suoi quadri più famosi, Slavers Throwing Overboard the Dead and Dying – Typhoon Coming On, comunemente conosciuto come The Slave Ship, esposto per la prima volta a Londra nel 1840, nel pieno della campagna abolizionista. Vedi su questo punto http://www.ospiteingrato.org/Interventi_Interviste/I_guanti_di_Maroni_24_6_09.html.
Abbiamo leggermente modificato l'incipit di questo bello articolo di cui consigliamo la lettura.
2)E' visibile qui: http://www.culturabarocca.com/GI.htm#ORIGINARIAMENTE. I CIE, acronimo per centri di identificazione ed espulsione, sono i luoghi in cui sono concentrati i migranti in attesa dell'espulsione. Sulle condizioni in cui costoro vivono in attesa di un provvedimento definitivo ci sono sufficienti cronache giornalistiche per farsi un'idea.
3)Riporto per stralci il resoconto dell'assemblea degli africani di Rosarno che si sono riuniti a Roma.
In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l’Assemblea
dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma. Siamo i lavoratori che sono
stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri
diritti. (...) Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né
elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi
dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle
20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche.
A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a
farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla
fatica. (...) Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le
bestie... prelevati, qualcuno è sparito per sempre. Ci hanno sparato
addosso, per gioco o per l’interesse di qualcuno. (...) Non ne
potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti
nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani .Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. (...)
Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare
le nostre richieste.” Segnalo che il I° marzo di quest'anno si terrà uno sciopero che invita tutti i lavoratori immigrati ad incrociare le braccia. Come scrivono gli organizzatori sul sito:”Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?
Primo marzo 2010 si propone di organizzare una grande manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società.” Vedi http://www.primomarzo2010.it/.

Sommario Rivista Lavoro e Post Mercato n° 82

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro


Rivista n. 82 - del 16-03-10

Sommario


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Argomento: Laboratorio sociale


Lavoratori italiani all’estero: chiarimenti per la regolarizzazione in caso di mancata o incompleta presentazione del modulo RW

E' stata pubblicata dall'Agenzia delle Entrate la Circolare n.11/E del 12 Marzo 2010 contenente la "Regolarizzazione delle omissioni relative al monitoraggio degli
investimenti esteri e del...


Diego Piergrossi





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Argomento: Rete sociale


Cinque per mille: le strane esclusioni dal gettito 2007.

Tanto tuonò che piovve, le associazioni di Terzo Settore, quelle più piccole, non le holding del volontariato, vivono essenzialmente dei contributi fisici e monetari dei propri associati, e da quando...


Alba Caiazzo





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Argomento: Rete sociale


Il mestiere di vivere: al via le agevolazioni fiscali per acquisto di garage, cantine, posti auto

L'Agenzia delle Entrate è intervenuta con una recentissima Circolare, la n.10 del 12 Marzo 2010, rubricata "Atti di compravendita, imponibili ad IVA, di un immobile ad uso abitativo e di più pert...


Giuseppe Formichella






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Argomento: Rete sociale


Dal 25 marzo operativo il Centro per i libri e la lettura.

Importanti novità per la diffusione e la promozione della cultura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.57 del 10 Marzo 2010 il DPR 25 Gennaio 2010, n.34 contenente il "Regolamento recan...









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Argomento: Disagio lavorativo


Migranti in piazza: senza di noi, l’Italia si blocca.

Il primo marzo 2010 sarà ricordato con orgoglio da parte degli immigrati residenti nel nostro paese: per la prima volta essi hanno incrociato le braccia.

Hanno deciso di scioperare, di s...


Marco Ferrone






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Argomento: Evoluzione normativa


Dal 2010 il tasso di interesse legale è al 1%

Al fine di fornire un servizio di utilità si rammenta come a decorrere dal 1° gennaio 2010, il saggio degli interessi legali sia fissato nella misura dell’1% in ragione d’anno .

Infatti ...


Henri Lazzeri






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Argomento: Evoluzione normativa


Impresa agricola: i mercati agricoli di vendita diretta diventano oggetto di un disegno di legge al vaglio del Parlamento

E' stato licenziato dal Consiglio dei Ministri del 1° Marzo 2010 un disegno di Legge recante "norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti da filiera corta e di qualità".


Pierfrancesco Viola

lunedì 5 aprile 2010

Informatizzazione e pubblica amministrazione. Il Fascicolo Sanitario Elettronico.


Entro il 2012, secondo un ambizioso piano del governo, tutte le regioni dovrebbero adottare una procedura standard per dotare di fascicoli sanitari ogni utente del Servizio Sanitario Nazionale.

Il condizionale è d’obbligo, come si dice in questi casi.
Di progetti ambiziosi sulla cosiddetta ” informatizzazione del servizi pubblici” ne abbiamo visti e sentiti tanti, ma realizzazioni concrete, condivise, semplici e alla portata di tutti ancora non ci sono.

Con questa scettica ma doverosa premessa, vediamo allora lo stato dell’arte sulla predisposizione delle procedure tecniche ed organizzative per la creazione del fascicolo sanitario.

Il punto di partenza è, come accennavamo, l’obiettivo fissato per l’Innovazione nella Sanità .(1)
Tra gli obiettivi del piano E-gov 2012 spicca la creazione del Fascicolo Sanitario Elettronico:
“ Rendere disponibile ai cittadini la propria storia clinica nel c.d. Fascicolo sanitario elettronico, assicurando che tale patrimonio informativo sia disponibile nel pieno rispetto della privacy”.

I benefici sono ovvi: la possibilità di usare le mail o accedere a qualche portale dove scaricare i propri dati sanitari a seconda della necessità sarebbe un enorme passo avanti verso la semplificazione dei rapporti tra l’amministrazione sanitaria e l’utenza. Evitare lunghe e fastidiose file, risparmiare tempo e risorse, fare consistenti risparmi di gestione sono i risultati che tutti ci auguriamo.
Il 31 dicembre 2009 è scaduto il termine concesso per la comunicazione da parte di tutte le Regioni delle sperimentazioni in corso sul fascicolo sanitario. Come al solito, ci sono Regioni in dirittura d’arrivo ed altre che non sono nemmeno partite!
Le solite Regioni del Centro Nord, Emilia, Romagna, Lombardia, Toscana, si sono già segnalate per le buone sperimentazioni condotte, tanto che in Emilia Romagna le strutture sanitarie che hanno aderito al progetto SOLE (Sanità online) offriranno ai propri utenti la possibilità di accedere ai propri dati sanitari dal pc di casa con un username ed una password. (2)
Secondo le intenzioni, entro il 2010 dovrebbero essere coinvolti tutti gli abitanti della Regione – circa 4 milioni di cittadini - e anche le strutture sanitarie private. In ogni fascicolo dovrebbe essere presente anche la scheda del medico di base, aggiornabile secondo le esigenze.

Un discorso a sé, naturalmente, concerne la tutela dei dati sensibili in materia sanitaria, come stabilito dalla normativa sulla tutela della privacy.
Come si è visto, mentre si è andati abbastanza avanti sul piano tecnico e procedurale, sulla questione della tutela della privacy si registra solamente l’intervento del Garante della Privacy che, in assenza di disposizioni specifiche, ha emanato un documento intorno alla tenuta e al trattamento dei dati presenti nel fascicolo sanitario, le Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e di dossier sanitario, con precise indicazioni sulle modalità di accesso, sul trattamento dei dati, sui soggetti deputati alla raccolta e alla tenuta, ecc. (3)

Un documento particolarmente importante, arrivato alla sua stesura definitiva, costituisce la base tecnica per la codifica dei documenti elaborati ed usati in ambito sanitario.
Esso è il risultato di un lavoro di elaborazione effettuato dal TSE - Tavolo di lavoro permanente
per la Sanità Elettronica delle Regioni e delle Province autonome creato per produrre gli standard tecnici di riferimento. (4)
Senza entrare nello specifico del documento tecnico, che fa parte di una serie di documenti rilasciati per predisporre il passaggio alla sanità elettronica, richiamiamo brevemente un punto essenziale per la comprensione dello sforzo che richiede la predisposizione di un modello sanitario fondato sull’immaterialità dei documenti.
Il passaggio fondamentale risiede nell’architettura tecnica scelta e nella sua condivisione tra tutti i soggetti che si trovano ad operare in campo sanitario. Lo standard prefissato è denominato HL7 - CDA, dove HL7 sta per Health Level 7 e CDA è la sigla di Clinical Document Architecture.
L’ HL7 è un organismo internazionale di standard rientrante nell’ANSI (American
National Standards Institute) e formato da specialisti del mondo sanitario che ha come
scopo la predisposizione di standard per lo scambio, la gestione e l’integrazione in
formato elettronico delle informazioni sanitarie, promuovendone l’uso all’interno delle
diverse organizzazioni assistenziali. (5)
Nel corso degli anni HL7 si è affermato come lo standard universalmente adottato a
livello internazionale per la messaggistica e per i documenti elettronici in
ambito sanitario ed è adottato da tutti i più rilevanti programmi nazionali di sanità
elettronica sia in ambito europeo che extraeuropeo.

Il Clinical Document Architecture, invece, è uno standard che specifica la struttura e la semantica di documenti clinici per lo scambio all’interno del dominio sanitario.
Un documento CDA è un oggetto informativo strutturato in grado di contenere testi,
immagini, suoni ed altri contenuti multimediali.
E’ composto da differenti blocchi informativi che veicolano informazioni relative ad esempio al paziente, al medico, alla struttura sanitaria, all’autore del documento, al firmatario del documento, agli eventi clinici, alle osservazioni o procedure mediche a cui il documento si riferisce.

Per l’approfondimento degli aspetti strutturali e per l’uso dei documenti a cui siamo abituati e che usiamo ancora in ambito cartaceo, si rimanda al documento citato e al sito http://www.sanitaelettronica.gov.it/se/.




NOTE

1) Come dice il documento di presentazione del piano” La UE vuole, entro il 2012, la riduzione del 25% degli oneri amministrativi per rafforzare la competitività; mentre la dichiarazione ministeriale di Riga (giugno 2006) punta, entro il 2010, alla riduzione del 50% dell’esclusione dei gruppi sociali svantaggiati e delle regioni arretrate” . Vedi http://www.governo.it/governoinforma/dossier/piano_e_gov_2012/. Il piano E-gov 2012, afferma il documento citato è “da una parte, un piano - flessibile e in progress - per obiettivi, proposti in collaborazione con le amministrazioni, che devono risultare raggiungibili, monitorabili, e commisurati alle risorse disponibili; dall’altra, rappresenta un impegno sia per la diffusione di servizi di rete, sia per l’accessibilità e la trasparenza della pubblica amministrazione al fine di avvicinarla alle esigenze di cittadini e imprese.” Basti ricordare che il fascicolo sanitario elettronico era stato inserito nei progetti di innovazione anche nei piani precedenti e che nelle intenzioni doveva essere completato entro il 2010.
2) Vedi http://www.progetto-sole.it/consultazione/obiettivi.php. In Lombardia, invece, l’accesso ai propri dati sanitari dovrebbe essere possibile con l’uso di una smart card, mentre la Ligura ha scelto la dizione di conto corrente salute.
3) Vedi http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1633793.
4) Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie – TSE –Tavolo di Lavoro permanente per la sanità elettronica, Standard tecnici per la creazione del documento di prescrizione secondo lo standard HL/ - CDA Rel. 2 – 22/4/2009 – Versione 02.00 – Stato def.. Si trova all’indirizzo http://www.sanitaelettronica.gov.it/se/documenti/TSE-IBSE-RMMG-CDA2-Prescrizione-v02%2000-rid-DEF.pdf. Il TSE è composto dai rappresentanti del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, delle Amministrazioni Regionali e delle Province Autonome ed è coordinato dal Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie.
5) Vedi http://www.hl7.org..

sabato 3 aprile 2010

Sommario Rivista Lavoro e Post Mercato n° 81

Lavoro e Post Mercato

Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro

Rivista n. 81 - del 01-03-10





Sommario


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Argomento: Laboratorio sociale


Professione cittadino: la geopolitica ed il caso Bertolaso?

Nel numero 80 della Nostra Rivista avevamo cominciato a delineare alcune inquietanti coincidenze di geopolitica subito dopo la caduta del muro di Berlino, e dunque, della fine dell’imperialismo sovi...


Diego Piergrossi





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Argomento: Formazione


Dal 12 marzo 2010 in vigore la riforma delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.

A 16 anni dall'ultima riforma (Legge del 29 dicembre 1993, n.580) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.46 del 25 Febbraio 2010 il Decreto Legislativo15 febbraio 2010, n. 23 contenente


Rita Schiarea







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Argomento: Formazione


Crescere ed imparare nella società digitale

I bambini del nuovo secolo, come è stato rilevato dagli osservatori più attenti, sono oggi immersi in una serie di ambienti, materiali e digitali, che richiedono una padronanza di strumenti e di lingu...


Antonio M. Adobbato







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Argomento: Evoluzione normativa


Operatori turistici montani e sicurezza in montagna: pronto il riordino della materia delle professioni

Il tema della sicurezza in montagna e delle numerose morti e slavine prodotti da comportamenti non appropriati di numerosi sciatori quando non stesso di operatori ha spinto il Consiglio dei Ministri d...


Alba Caiazzo







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Argomento: Evoluzione normativa


Pari opportunità e parità di trattamento uomo donna: attuata la direttiva 2006/54/CE.

Finalmente attuata anche in Italia (in vigore dal 20 febbraio 2010) la direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunita' e della parita' di trattamento fra uomini e donne in materia ...


Giuseppe Formichella






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Argomento: Università & lavoro


Nuovo bando per la Ricerca finalizzata rivolto ai ricercatori del Servizio Sanitario Nazionale

Novità per i Ricercatori del servizio Sanitario Nazionale è stato pubblicato il nuovo bando per la Ricerca finalizzata.

Le risorse stanziate ammontano a 101 milioni di euro e, in aggiunt...


Pierfrancesco Viola







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Argomento: Etica e lavoro


Le rotte dei nuovi schiavi. Le navi negriere

Iniziamo questo intervento con una citazione storica, almeno per ricordare a noi tutti che ci sono fenomeni che vengono da lontano e che un po' di studio e di buona memoria dovrebbero servire per far...


Antonio M. Adobbato

Un esercito di volontari. Riflessioni sulla cultura del dono: le motivazioni


Nella prima parte di questo intervento abbiamo visto le cifre che riguardano la percezione del fenomeno del volontariato presso l'opinione pubblica italiana in comparazione con altre istituzioni sociali ed è emerso con chiarezza il dato di una grande fiducia assegnata alle organizzazioni di volontariato. Da alcuni questo fenomeno è stato interpretato come una sorta di riflusso verso il generico altruismo, soprattutto da parte di coloro che in tempi passati preferivano impegnarsi in attività politiche o sindacali, come a sottolineare una perdita dell'orizzonte civile e un riflusso, appunto, verso il puro servizio alla persona sofferente o bisognosa.
E' una sensazione che avrebbe bisogno di un'indagine a sé, considerando che spesso coloro che sono attenti al sociale e alla collettività spesso si impegnano su più fronti, affiancando all'attività politica o sindacale anche l'attività di volontariato.
Ma fin qui ci siamo occupati della percezione che si ha di questo fenomeno, fornendo qualche cifra di riferimento anche per la dimensione imponente che assume in ambito sociale.
Tuttavia, questa impressionante propensione al dono non ha trovato, finora, una giustificazione univoca e raramente ci si è chiesti il perché di questa scelta che coinvolge una così gran numero di persone. Per tacere della disinvoltura, per non dire peggio, con cui si usa il termine di volontario. Con la stessa parola si designano coloro che offrono gratuitamente qualcosa di sé, le ronde di “volontari”che controllano il territorio …. , persino i soldati impegnati in missioni all'estero sono definiti come volontari!

Vi sono molte teorie, e una notevole gamma di posizioni, intorno alle motivazioni a favore del dono di sé; sono vari, infatti, i motivi che spingerebbero gli individui e/o i gruppi organizzati a offrire gratuitamente una parte dei propri beni, materiali o immateriali, per scopi non strettamente economici, basati cioè sullo scambio di equivalenti.
Il comportamento che è possibile catalogare come donazione di sè è spiegabile in base a tre principali categorie di motivazioni: motivazioni intrinseche, incentivi estrinseci e reputazione. Le separiamo per comprenderle meglio, ma può darsi che i comportamenti pro sociali siano la risultante di una qualche forma di combinazione tra questi.
Nelle motivazioni intrinseche l'atto del donare si spiega con le motivazioni che si trovano in interiore homine, all'interno di un complesso sistema di norme morali, a diverso livello di coscienza. Quando si compie un'azione di solidarietà, la persona che la compie, in questo sistema, non riceve nessuna forma di ricompensa materiale.
Nata in ambito filosofico e poi fatta propria dalla psicologia sociale, questa teoria è stata applicata anche nella scienza economica. Già da qualche anno, ha avuto un certo successo la teoria proposta da un economista, Andreoni, Per tentare di spiegare le motivazioni intrinseche sottostanti la scelta di donare.(1)
Questi ha suggerito che gli individui quando donano non esprimono solo preferenze per la causa o bene collettivo a cui la donazione è rivolta, ma più direttamente acquisiscono una soddisfazione morale che è paragonabile ad un bene consumato privatamente. Questo effetto, chiamato di warm glow (guanto caldo) indurrebbe le persone a donare anche in contesti dove il risultato della donazione non è chiaramente tracciabile o facilmente calcolabile, dato che risulterebbe sufficiente l'atto della donazione in sé.
Insomma l'autogratificazione (warm glow) disinteressata, continua a funzionare nonostante l'apparente vittoria del modello dell'homo oeconomicus, sfidando l'utilitarismo, l' individualismo metodologico e la logica dello scambio tra equivalenti, come dicono gli economisti di stretta osservanza.
Una spiegazione abbastanza convincente fa riferimento ad una sorta di kantismo mitigato. Ciò che spiegherebbe i comportamenti solidali potrebbe essere il principio di reciprocità. Pur non essendo una obbligazione morale assoluta come quella celebre del non usare gli esseri umani come mezzi, una persona che ha un riferimento morale sente un'inclinazione all'obbligo della solidarietà quando si attende che anche gli altri membri del gruppo si conmporteranno allo stesso modo. In questo caso, la reciprocità non è da intendersi diretta tra due persone dove il dono svolge un ruolo relazionale di scambio, ma deve essere intesa come un principio generale che spinge ad azioni utili alla collettività e che solo indirettamente genereranno benefici a chi le compie.
In definitiva, la motivazione intrinseca sembra privilegiare la spiegazione del comportamento solidale come la risultante di norme interiorizzate e con un interesse indiretto e non dal bisogno o dal desiderio di raggiungere un obiettivo specifico.
Quanto alle motivazioni che possiamo definire estrinseche, un certo seguito ha trovato l'idea che in fondo le azioni di solidarietà o le donazioni di denaro per scopi di utilità sociale trovino la loro spiegazione definitiva nella presenza di incentivi economici o ricompense di carattere materiale. Vi rientrano, ad esempio, i casi delle deduzioni fiscali per le donazioni in denaro. Tutto sarebbe il frutto di un semplice calcolo economico, per cui l'ammontare delle donazioni sarebbe la risultante delle agevolazioni monetarie che se ne riceverebbero in cambio. E' un'idea che ha attratto i policy makers, coloro che prendono decisioni politiche e che disegnano i sistemi fiscali per tutte le politiche di sostegno fiscale delle donazioni in molti paesi.
Tuttavia, anche in questo caso, l'automatismo di una relazione diretta tra aumento delle agevolazioni fiscali e aumento delle donazioni, non funziona come dovrebbe, a riprova che le motivazioni estrinseche non spiegano tutto.
E' stato infatti dimostrato che un sistema di compensazione monetaria possa non solo non essere legato alle motivazioni che stanno alla base delle donazioni ma che addirittura possa danneggiare il senso civico e di solidarietà. Secondo un celebre studio, infatti, nel caso delle donazioni di sangue, si è visto che negli Stati Uniti il sistema basato sull'acquisto del sangue donato allontanava i donatori che invece erano intenzionati a procedere alle donazioni mossi esclusivamente da motivazioni altruistiche. Invece, in altri paesi europei, in cui si è scelta la strada diversa delle donazioni gratuite, si è assistito ad una maggiore offerta di sangue donato e di qualità migliore di quello acquisito a pagamento.(2)
Questo paradossale effetto di straniamento motivazionale si verifica anche in altri contesti, dove è forte il radicamento del senso civico delle persone, come nel caso dei luoghi di lavoro, dove è più facile osservare che la mera incentivazione economica non raggiunge effetti positivi in merito all'integrazione ed al senso di appartenenza, visto che l'attività lavorativa è fatta anche di relazioni e di investimenti affettivi ed emotivi.
Un terzo movente generale sulle azioni di solidarietà può essere ricondotto alla ricerca di visibilità e al riconoscimento sociale, vale a dire della reputazione.
I comportamenti pro sociali, essendo in genere accompagnati da un'aurea di positività, riverberano su chi li fa un'immagine e una considerazione sociale positivi, facendo accrescere in modo consistente la buona reputazione di chi li compie.
E' un sistema razionale, basato sulla segnalazione dello status di donatore o di volontario, dal quale si ottiene un riscontro positivo e un riconoscimento sociale.
Da qui discende la considerazione che le donazioni anonime siano le più lodevoli, perché esse non andrebbero alla ricerca di visibilità e non andrebbero ad incidere sulla reputazione del donante.
C'è da chiedersi, a questo punto, quale sia il significato intrinseco dell'azione gratuita, a quale bisogno corrisponde, quale funzione essa svolge nel campo delle relazioni sociali.

NOTE

1) Vedi J. Andreoni e l'articolo sul warm glow a http://www.altruists.org/f469.
2)R.M. Titmuss, The Gift Relationship from Human Blood to Social Policy (1970, ripubblicato nel 1997 da The New Press a c


Tratto da Rivista Lavoro e Post Mercato n° 80