domenica 31 maggio 2009

L'era della frugalità. Nuovi stili di consumo responsabile.


Può essere che uno degli effetti più sorprendenti della crisi globale che stiamo vivendo sia l'affermarsi di un nuovo atteggiamento rispetto al consumo di risorse che, come l'economia c'insegna, ritornano ad essere scarse. Ma non è solo un'austerità indotta dalla crisi e dalla contrazione dei redditi.

Sembra affermarsi sempre più,invece, un nuovo modo di guardare ai consumi e agli effetti che essi possono produrre; si è più attenti nelle scelte e alla qualità intrinseca – un tempo si diceva valore d'uso -, si presta maggiore attenzione alle etichette e alla provenienza dei beni, si acquisisce uno stile di vita più sobrio e meno bulimico di fronte al possesso e all'abbondanza.
Da più parti si è definito questo nuovo modello di consumi come un ritorno alla sobrietà, tanto che il periodoco Time ha dedicato una delle sue copertine alla New Frugality, categorizzando un bisogno e una pratica oramai abbastanza diffusi.

Ci sono diversi segnali, infatti, che sia in atto un cambiamento significativo e che la crisi provveda ad accelerarne gli sviluppi.

Il primo segnale che stimola una maggiore sobrietà proviene dalla consapevolezza di un improvviso peggioramento delle condizioni di vita di interi gruppi sociali e dell'inceppamento di alcuni meccanismi di un mercato senza regole, che ha rivelato alla coscienza di molti le conseguenze disastrose di un sistema fondato sulle disuguaglianze e sull'irrazionalità dell'uso delle risorse.

Il secondo passo, di fronte all'impoverimento che investe sempre più quei ceti che appartenevano alla cosiddetta middle class, è il modello dell'arricchimento che diventa economicamente insostenibile e moralmente sempre più intollerabile.
Sia che non ci possa più permettere consumi vistosi, sia per la scelta di non alimentare modelli di consumo distruttivi, si tende a fare più attenzione al rapporto qualità/prezzo, alla riduzione delle quantità, alla ricerca di prodotti venduti “alla spina” per risparmiare sulle confezioni.
Si decide, per risparmiare e per ottenere maggiore qualità e sicurezza, di aderire ai cosiddetti “gruppi d'acquisto”(1) o di acquistare prodotti che dichiarano di essere prodotti il più vicino possibile a chi li consuma e che vengono indicati come “kilometri zero”, per indicare che il loro trasporto non incide sul prezzo finale e che il consumo di energia e l'immissione di CO2 sono ridotti al minimo o nulli.

Questa nuova consapevolezza negli acquisti e nei consumi più responsabili, frutto di una maggiore attenzione agli effetti dei propri stili di consumo sul sistema produttivo, sull'ambiente circostante e sull'uso oculato delle risorse, sono una riscoperta sorprendente di un rinnovato senso di responsabilità.

E' una responsabilità che si esprime a livelli differenti e in varie direzioni.
Si premiano le produzioni che fanno la scelta di non sfruttare i lavoratori con condizioni di lavoro disumane, che non impiegano minori, che non inquinano, che non usano gli animali come cavie.

Anche se si hanno meno risorse a disposizione, c'è un aumento dei consumi nel settore “verde” e si prediligono prodotti cosiddetti di provenienza biologica certificata e di minore impatto ecologico possibile.
Si comincia a scindere quella perniciosa relazione di eguaglianza benessere=consumo: si incrina la credenza che all'aumento del secondo elemento della relazione si ha un corrispettivo aumento del primo.
Se poi si considera che al benessere materiale è stata spesso associata la “felicità”, si comprende come il cambiamento dei modelli di consumo incida profondamente sui processi di attribuzione di senso nelle azioni individuale e collettive.
Bisogna chiedersi se questa maggiore consapevolezza e sobrietà nei consumi si trasformerà in un nuovo e radicato modo di vivere e di pensare.

Come è accaduto con la crisi petrolifera e l'era dell'austerità che ne seguì, negli anni '70 del secolo scorso, quando, una volta messa da parte la paura della crisi energetica, si ricominciò a consumare in modo esibizionistico e insensato, disinteressandosi delle conseguenze di certi stili di consumo, così occorrerà stare attenti che questa occasione di trasformazione virtuosa che ci si offre davanti con questa crisi economica globale che stiamo attraversando non si trasformi in una nuova occasione persa.

Stavolta, però, pare che il tempo a disposizione per rinsavire sia davvero poco, come molti autorevoli scienziati si sforzano di chiarirci. Con i nostri attuali modelli di consumo di risorse e di produzione, ci restano pochi anni prima che i cambiamenti climatici si trasformino in modo catastrofico, tali da rendere sempre più difficile la sopravvivenza di un numero sempre maggiore di uomini su questo pianeta.

Se si è capaci di trasformare i beni di consumo in beni di relazione, potremo ancora avere la possibilità di invertire o modificare un processo che si presenta davvero problematico. Non si tratta, quindi, di recuperare ricette pauperiste, o di proporre stili di vita desueti, ma di constatare pragmaticamente che si può vivere in modo diverso e più responsabile senza diminuire, ma anzi accrescere la propria qualità di vita.

giovedì 28 maggio 2009

Sommario Rivista Lavoro e Post Mercato n° 62

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro

vedi la rivista completa

Rivista n. 62 - del 16-05-2009

Sommario

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Argomento: Laboratorio sociale

L’Italia pianga Antonietta Dolores Fasolini

Quanti di noi conoscono l'atto di amore ed eroismo di Antonietta Fasolini?

Quanti giornali le hanno dato rilievo, non dico maggiore, ma, almeno, mediaticamente pari a quello quotidianam...

Diego Piergrossi



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Argomento: Rete sociale

Disabilità ed elezioni 2009: ammissione al voto domiciliae di elettori affetti da infermità

Importanti novità in tema di ammissione al voto domiciliare di elettori affetti da infermita' è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 8 maggio 2009 n.105 la Legge 7 maggio 2009, n. 46 rubricata a...

Alba Caiazzo



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Argomento: Rete sociale

Influenza suina A(H1N1): misure profilattiche per i passeggeri provenienti dal Messico

Ancora novità per i lavoratori migranti e più in generale per tutti i cittadini in tema di influenza suina, la cosiddetta A(H1N1), è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.102 del 5 mag...

Rita Schiarea


continua...
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Argomento: Rete sociale

L'era della frugalità. Nuovi stili di consumo responsabile.

Può essere che uno degli effetti più sorprendenti della crisi globale che stiamo vivendo sia l'affermarsi di un nuovo atteggiamento rispetto al consumo di risorse che, come l'economia c'insegna, ritor...

Antonio M. Adobbato



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Argomento: Evoluzione normativa

Novità per le PMI: il Fondo Nazionale per la innovazione

Le Piccole e Medie Imprese costituiscono la vera spina dorsale del sistema produttivo industriale italiano, particola rilievo pertanto assume la pubblicazione sulla GU n.107 del 11-5-2009 del DECRETO...

Henri Lazzeri


Argomento: Evoluzione normativa

Dichiarazione dei redditi, scontrini fiscali acquisto farmaci, tutela privacy

Sul tema delle dichiarazoni dei redditi e degli scontrini fiscali per l'acquisto di farmaci tutto faceva presagire per un intervento in materia di trattamento dei dati vista la sensibilità dei dati ne...

Giuseppe Formichella


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Argomento: Evoluzione normativa

Interventi di riqualificazione energetica: approvato il modello AdE

Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 6 maggio 2009 - pdf è stato approvato il modello di comunicazione per i lavori relativi agli interventi di riqualificazione energetica...

Pierfrancesco Viola

giovedì 14 maggio 2009

La pastasciutta e i prezzi dei cereali. Storie e storielle sulla produzione del piatto più amato.


Come diceva il filosofo, forse esagerando, l'uomo è ciò che mangia. Prendendola in modo un po' più dubitativo, non ci dovrebbero essere troppe incertezze sulla constatazione che il cibo non è solo un atto fisiologico legato alla nutrizione ma che intorno ad esso si gioca una partita importante dal punto di vista della cultura e dei modelli di sviluppo per il prossimo futuro.

Dispiace constatare che in molte rubriche televisive e giornalistiche dedicate al cibo si dimentichi quanto la scienza gastronomica (1), come l'ha chiamata Carlo Petrini, il vate dello slow food, sia solo un enorme ricettario di pietanze e di preparazioni senza che venga mai affrontato il problema della provenienza, della genuinità, della salute, della dietetica. Solo qualche scandalo sulla contraffazione o sulla truffa alimentare ci fa preoccupare di quello che mettiamo nel piatto e nel nostro organismo.

La gastronomia dovrebbe essere considerata, invece, come un intreccio di conoscenze scientifiche, di saperi antichi, di economia dei territori. Se non si ha la visione complessiva di uno degli atti più importanti e significativi della vita, quello del nutrirsi e nutrire, dimenticando che la gastronomia è anche economia, storia, salute, antropologia, si avrà una prospettiva distorta e del tutto monca su un atto che sta diventando meccanizzato e sempre più privo di coscienza. Solo per fare qualche esempio e qualche richiamo: i romani chiamarono Salaria la via che collegava la città di Roma al mare; la stessa radice è alla base del corrispettivo pagato per il lavoro che si svolge; vi sono regioni che sono associate al nome di un prodotto tipico, come lo champagne. Quanto all'antropologia, cosa c'è di più ancestrale del condividere il cibo con i propri familiari o con gli ospiti? Quanto si è elaborato, nel corso della storia e dei costumi intorno alla civiltà del mangiare e del bere? Per venire poi ai tempi nostri, pensiamo solo a quanto si insiste, con scarsi risultati, sulle proprietà terapeutiche del cibo e sulla necessità di avere abitudini alimentari sane e responsabili per evitare di incorrere in seri problemi di salute. Gli unici che si preoccupano di fare informazione sul consumo responsabile del cibo sono quasi sempre i produttori che con la loro martellante pubblicità ci “informano” su quali, quanti cibi consumare e quando. Se si desse davvero retta alle reclame di carattere alimentare, dovremmo ingurgitare cibo la metà del tempo e passare l'altra metà a consumare prodotti dimagranti, snellenti, depuranti e protettivi. Davvero un bel panorama, per delle società opulente che dopo migliaia di anni hanno superato la penuria alimentare e vivono stabilmente nell'abbondanza e nello spreco insensato di cibo. E' appena il caso di ricordare che a fronte di un sesto dell'umanità che si dibatte nell'eccesso e nello spreco di risorse alimentari, un altro sesto rischia l'inedia, mentre è stato calcolato che con le attuali conoscenze la terra sarebbe in grado di sfamare all'incirca il doppio della popolazione attuale.

E veniamo adesso ad uno dei piatti più amati dagli italiani e forse uno dei simboli del made in Italy, la pasta. Il primo dato che balza all'attenzione è che l'Italia è un paese di “pastasciuttari”, di forti consumatori di pasta, con un consumo pro-capite di circa 28 Kg. all'anno; questo livello di consumo costituisce un record mondiale, visto che il Venezuela, il secondo in questa speciale classifica, ha un consumo pro capite di meno della metà, 12,7 kg anno pro-capite.

Oltre ad essere i primi e più entusiasti consumatori, all'Italia va attribuito il primato anche nella produzione di pasta, con una produzione annua di 2.900.000 tonnellate, di cui il 48% destinato all'esportazione.
I pastifici sparsi sul territorio nazionale sono un numero considerevole, circa 180, e hanno un numero di addetti stimato tra le 8300 e le 8800 unità.(2)
La semola di grano duro è la materia prima che serve per produrre la pasta. Questa lapalissiana affermazione - visto il livello di consumi che ci contraddistingue - dovrebbe farci stare un po' più attenti alla provenienza di questa fondamentale materia prima.
Secondo l' ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ), nel 2008 la produzione di frumento duro in Italia è stata di quasi 6 milioni di tonnellate, in crescita di oltre il 40 % rispetto all'anno precedente.
Tutto bene, sembrerebbe. In realtà, il settore cerealicolo vive una situazione economica molto delicata, con il grano che viene pagato sui 20 euro al quintale, cioè meno di quanto costava negli anni “80, con l’aggravante dell’aumento dei costi di produzione e di trasporto.(3)

Se al momento della raccolta permarrà questo prezzo, per una produzione media che si aggira intorno ai 60 quintali circa per ettaro, un agricoltore riceverebbe circa 1.200,00 Euro. Tolte le spese di produzione, ne resterebbero sui 155,00 euro/anno per ogni ettaro coltivato. Una cifra del tutto insufficiente, considerando la dimensione delle aziende agricole, che nella cerealicoltura si aggira intorno ai 10 ha. La conseguenza, del tutto prevedibile, è che la perdita impressionante di reddito nella produzione di cereali causa un elevato abbandono della coltivazione del grano con conseguente migrazione e desertificazione territoriale.

Quella della coltivazione del frumento è una situazione che può essere compresa nella sua interezza solo se si analizza l’evoluzione della Politica Agricola Comunitaria.
Proprio con la nascita della PAC, iniziò la politica di protezione dei prodotti europei, che tendeva a garantire prezzi certi agli agricoltori evitando la concorrenza Extra-CEE.
Per il frumento si inserì, nel 1962, la preferenza comunitaria (tassa all’importazione corrispondente alla differenza tra prezzo europeo e prezzo internazionale).
Se un produttore di pasta voleva acquistare un quintale di grano in Ucraina o in Romania (allora fuori dall’Europa) non avrebbe ottenuto nessun risparmio di prezzo, perché la PAC l’avrebbe tassato fino a portarlo al Prezzo Comunitario prestabilito.
L’ agricoltore aveva la certezza di vendere tutto il suo prodotto ad un prezzo garantito dalla Comunità Europea e ai produttori conveniva acquistare solo le migliori farine locali.
Venendo a tempi a noi più prossimi, quando la Ue, su pressioni del WTO, sposò la ricetta della liberalizzazione dei prezzi e della concorrenza, il prezzo del frumento tornò ad essere stabilito dal"mercato", tanto che l’agricoltura europea, da allora, ha subito una costante perdita di redditività.
Il costo delle farine è passato, così, da un costo politico certo, alle oscillazioni dei "futures" alimentari, cioè i prodotti finanziari che scommettono sui prezzi futuri scambiati alla Borsa di Chicago.
A questo punto, nel nuovo assetto economico globalizzato, un pastificio non ha più convenienza ad acquistare un prodotto locale, ma va in cerca dei costi più bassi.
Abbiamo fatto un po' di fatica a seguire il percorso della produzione della materia prima ma siamo più coscienti della complessità delle scelte politiche ed economiche che si celano dietro un alimento così importante per tutti noi.
Tutti ricorderanno i grandi allarmi e le preoccupazioni che si levarono nella prima parte dell'anno scorso, quando l'elevato costo dei carburanti fu chiamato a spiegare l'aumento continuo del prezzo della pasta e del pane, da sempre considerati beni di prima necessità. Ma quell'aumento era davvero del tutto giustificato? Non ci hanno raccontato qualche storia per rabbonirci e dare una parvenza di spiegazione a un evento che aveva altre cause e altri effetti?
Gli esperti del settore ci spiegano che la produzione media di un ettaro di frumento è di circa 60 quintali, utili a produrre circa 80 quintali di pasta. Considerando che l’Osservatorio sui prezzi al Consumo, indica in 2 Euro/KG il prezzo medio della Pasta secca , possiamo dire che da un ettaro coltivato a grano il settore distributivo e i pastifici ricavano circa 16.000 Euro, dandone all’agricoltore solamente1.200 euro.(4)
E' ovvio che tale margine può aumentare, acquistando grani esteri a minor costo.
Cosa dovrebbero valutare i produttori nell'acquisto del grano? La qualità del prodotto? Il rispetto delle norme ambientali? Perché non la situazione economica degli agricoltori? O, più plausibilmente, interessa solo il minor prezzo per avere un maggior profitto?

Per guadagnare di più, forse, non c’è momento migliore, con il prezzo mondiale del grano che, in sei mesi, è crollato sul mercato internazionale con perdite di miliardi di euro per i contadini dei diversi continenti, che saranno spesso costretti ad abbandonare una coltivazione dalla quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone.(5)

Proviamo a ricapitolare, allora, cosa c'è dietro un piatto di pasta.
I produttori di grano europei sono presi nella morsa del mancato protezionismo, adesso vietato, per dare la possibilità ai paesi produttori in via di sviluppo di commercializzare i loro prodotti nei paesi ricchi. D'altro canto, l'apertura dei mercati consente in linea teorica l'accesso delle materie prime prodotte nei Paesi in via di sviluppo presso mercati remunerativi e in linea di principio aumenta le risorse per le zone povere del mondo. L'esposizione a questa concorrenza comporta la crisi del settore e l'abbandono delle attività marginali nei paesi ricchi. I consumatori, da parte loro, si trovano esposti al rischio di un mancato e serio controllo sulle produzioni provenienti da altri paesi, in cui non si hanno certezze circa il rispetto di rigorose normative e di controlli sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti.

E allora qual è il vero prezzo della pasta? Forse dovremmo riflettere maggiormente su questo modello di produzione/consumo; è in questo sistema che vanno cercate le cause degli aumenti del costo della pasta e il crollo del prezzo del grano.


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Note

1) In realtà, sostiene C. Petrini, la si dovrebbe definire scienza gastronomica, proprio per sottolinearne la dignità di disciplina scientifica che nasce dall'incontro di varie conoscenze. Per questo motivo, qualche anno fa, nel 2004, è stata creata la prima Facoltà di Scienze gastronomiche. Vedi il sito : http://www.unisg.it/ita/index.php.
2)Vedi i dati pubblicati da Databank: http://www.databank.it/index/index2.html.
3)Secondo le ultime rilevazioni oscilla tra un prezzo minimo di € 1,76 Kg ad un prezzo massimo di € 2,58. Vedi http://www.osservaprezzi.it/livelli/istat/livelli.asp.
4)Vedi il grido di allarme lanciato da alcuni produttori: http://www.capitanata.it/newsrecord_long.php?tar=8126.
5)Ci sono anche esperienze virtuose, che qui non citiamo per non fare pubblicità. Si tratta di piccoli produttori che vendono il loro prodotto ai Gruppi di acquisto solidali, soprattutto al nord. Per chi è interessato, visiti il sito http://www.retegas.org/.

sabato 9 maggio 2009

Sommario Rivista lavoro e Post Mercato n° 61

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro

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Rivista n. 61 - del 01-05-2009

Sommario

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Argomento: Laboratorio sociale

Lavoratori migranti: influenza suina istituita l'unità di crisi.

Importanti notizie per i lavoratori migranti (oltre che per i turisti) che per motivi professionali varcano il confine nazionale, da circa dieci giorni è infatti scattato l'allarme pandemia a seguito ...

Giuseppe Formichella


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Argomento: Laboratorio sociale

La pastasciutta e i prezzi dei cereali. Storie e storielle sulla produzione del piatto più amato.

Come diceva il filosofo, forse esagerando, l'uomo è ciò che mangia. Prendendola in modo un po' più dubitativo, non ci dovrebbero essere troppe incertezze sulla constatazione che il cibo non è solo un ...

Antonio M. Adobbato


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Argomento: Info lavoro

Società dell'informazione: prestatori di servizi ed obblighi di informazione

A garanzia della trasparenza e della correttezza nei rapporti, in capo ai prestatori di servizi della società dell’informazione sono ricondotti una serie di obblighi nei confronti dei destinatari dei...

La Redazione (R.S.)


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Argomento: Formazione

Credito e nuove tecnologie: gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL)

Gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL) sono definiti in ambito comunitario con la Direttiva 2000/46/CE del 18 settembre 2000 riguardante “l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'att...

Diego Piergrossi

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Argomento: Formazione

La responsabilità degli Internet Providers negli USA

Gli Stati Uniti, anche in virtù del loro vantaggio economico, sono stati il primo paese in cui si sono verificate controversie e sentenze relative alla questione della responsabilità degli ISP.
...

Rita Schiarea

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Argomento: Evoluzione normativa

Esigibilità IVA al momento della effettiva riscossione del corrispettivo: la Circolare AdE del 30 aprile 2009

Importanti novità in materia di esigibilità dell'IVA, con Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 26 marzo 2009 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2009, n. 96, previsto d...

Pierfrancesco Viola


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Argomento: Evoluzione normativa

Al via il 25 giugno 2009 gli esami di Stato relativi alla istruzione secondaria superiore

Di grande interesse per gli studenti ed i lavoratori del comparto scuola l' ordinanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca emanata l’8 aprile 2009.

Tale Ordinanz...

Alba Caiazzo

domenica 3 maggio 2009

La legge sul fine vita nel paese dei cuscini soccorrevoli. In margine al caso di E. Englaro (ultima parte)


Come si è detto nella prima parte di questo intervento, riteniamo che per casi simili a quelli di Eluana Englaro, si debba rifiutare qualsiasi ipotesi, anche la più sottile e modernizzata, di Stato etico e che un terreno comune d'intesa si possa trovare almeno con una condivisione del principio di autodeterminazione nei casi in cui si ritiene che vi sia un accanimento terapeutico. Nulla a che vedere, quindi,in casi come quello Englaro, né con l'eutanasia né con l'eugenetica, che non si vuole analizzare in questa sede.

d) Di casi simili, in Italia, ce ne sono, si dice, alcune migliaia. Non vogliamo ripercorrere qui le fasi processuali che hanno stabilito con sentenza della Corte di Cassazione che alla povera Eluana – e solo alla povera Eluana, e a nessun altro – doveva essere interrotto il presidio medico che l'alimentava e l'idratava. (6) Anche qui, un altro esito paradossale per un paese che si fregia di essere una delle culle del diritto. Di fronte ad una sentenza, piena e legittima espressione ai massimi livelli del potere giudiziario, si impedisce l'esecuzione della sentenza con un atto amministrativo del potere esecutivo! D'altronde, solo i nostri impareggiabili Azzeccagarbugli, i veri spregiatori del diritto, capaci di piegarlo ad ogni bisogna, possono permettersi di rifiutare una sentenza se non è gradita. Quando fa comodo, si invoca il diritto naturale, come Antigone, senza averne la potenza tragica; quando dispiace, per rimanere alla Grecia classica, ci si dimentica della cicuta di Socrate bevuta in ottemperanza alla legge della città.
Quello che conta per noi, in sede di riflessione su questa dolorosissima vicenda, dovrebbe essere la ragione per cui il padre di Eluana si sia rivolto ad un giudice. Nelle società umani, quelle civili s'intende, a chi ci si dovrebbe rivolgere in presenza di un quesito sull'esistenza e sull'esercizio di un diritto se non ad un giudice? Rinviamo ai resoconti delle cronache per conoscere la lunga odissea giudiziaria di un italiano onesto moralmente ed intellettualmente che si è sempre proposto con grande senso civico e rispetto per le leggi e per le istituzioni, benché lacerato per una scelta compiuta dalla sua unica figlia, scelta che l'avrebbe separata da lui per sempre. In questo si, davvero, riscontriamo quel senso di tragica grandezza della vicenda che ha commosso tutta l'opinione pubblica, costringendola a confrontarsi a viso aperto con un dilemma etico davvero tragico e alto.

e) E allora, il movente che ha spinto Beppino Englaro a rivolgersi alla giustizia italiana è dettato a sua volta dalla volontà espressa dalla sua amata ed unica figlia di interrompere qualsiasi forma di accanimento terapeutico per rispondere al principio – che diventava convincimento proprio – della dignità della vita. Si può dissentire dal criterio della dignità della vita – chi, come, a quali condizioni la si stabilisce; ma almeno il criterio dell'espressione della propria volontà lo si vuole tenere e rispettare o no? Se risulta difficile stabilirlo in astratto, valga in ultima istanza il parametro che il beneficio per la salute venga considerato in base al vissuto del paziente ed il miglioramento della qualità di vita sia da riferire alla sua determinata e insostituibile visione di qualità di vita. Una legge sul testamento biologico degna di questo nome, dovrebbe contemplare la possibilità di decidere autonomamente, autodeterminarsi in definitiva, se accettare o meno il presidio medico di nutrizione artificiale, quale esso sia adesso e soprattutto qualunque esso sarà in futuro.

f) Si è evocato prima lo Stato etico proprio a questo proposito, visto che attraverso una legge si potrebbe imporre con la forza la prosecuzione di una vita artificiale, salvo poi scandalizzarsi ed inorridire per una medicina ipertecnologica che spersonalizza i propri interventi e riduce gli esseri umani a meccanismi fisiologici elementari da tenere in attività a tutti i costi.
Per questo il nostro è uno strano paese. Si chiede di poter procedere nel rispetto della legge e dei principi giuridici del nostro ordinamento e si viene tacciati di assassinio....I giudici che dopo vari gradi di giudizio, molte perizie tecniche e attente valutazioni emettono una sentenza sono considerati anch'essi degli assassini.
E tutti coloro, ci chiediamo, che hanno girato la testa dall'altra parte, che nella vicenda hanno riscoperto un afflato etico che in molte biografie personali non si vede affatto, quali responsabilità hanno? Tutti coloro, e sono molti, a destra come a sinistra, che hanno omesso di regolare questa materia in modo almeno democraticamente condiviso, non sono anch'essi colpevoli?
Per gli inventori del melodramma non si riesce ad avere un barlume di serietà e di compostezza neanche di fronte alla sofferenza e alla morte, perchè ancora una volta ci misuriamo con il tentativo di annullare ogni soggettività morale e di ridurre tutti gli individui ad oggetti delle cure. Come interpretare, altrimenti, il tentativo di rendere “pubblici”, di pertinenza statale, i corpi di tutti i cittadini, servendosi della mediazione dei medici ai quali verrebbe attribuita l'ultima parola? Dopo l'introduzione del consenso informato si pensava che tutto questo non potesse succedere. Ora, se verrà approvata questa legge in discussione in questi giorni, non sarà più la singola persona a decidere, ma altri al suo posto, esautorando ciò che gli è più proprio, la deliberazione intorno alla sua vita, alla sua salute e alla sua morte. Dove c'era un soggetto morale, reso tale dall'attribuzione a ciascuno della potestas di accettare le cure o di rifutarle, troviamo un oggetto, un “paziente” nel senso letterale, solo “colui che patisce”.

g) Forse c'è qualcuno che ipocritamente intende sostenere che non si deve fare o regolamentare un bel nulla e continuare a lasciare nella penombra di camere di lungodegenti che qualche amorevole cuscino ponga termine alla sofferenza di centinaia di uomini e donne. Se si è fortunati, sempre nella mezza luce artificiale dell'ipocrisia benpensante, si trova qualche soccorrevole medico che fornisce l'iniezione giusta per congedarsi da questo mondo senza troppo clamore.
A causa di questa ipocrisia davvero insostenibile, rischiamo di assistere ad uno spettacolo già visto, come quello che ci ha regalato la legge 40 del 2004, emanata per ovviare al cosiddetto Far West della procreazione assistita. Quella legge controversa, considerata dai critici di allora come un rimedio peggiore del male, ha portato, come ha recentemente mostrato un rapporto CENSIS, al cosiddetto “turismo procreativo”. Visto che molte coppie non riescono ad avere figli, oppure una diagnosi di preimpianto in caso di malattie geneticamente trasmissibili, a causa delle rigide prescrizioni di una legge che pretende di ingabbiare la ricerca medica in uno schema fisso ed immutabile, si va sempre più spesso all'estero dove trasformare in realtà le speranze di diventare genitori, discriminando, tra l'altro, tra poveri e benestanti.

h)Infine, una buona legge, al pari di una scelta etica, non dovrebbe farsi carico anche degli effetti che produce?
Così, per facile analogia oltre al turismo procreativo avremo, con una brutta ed inutile legge sul testamento biologico, anche un “turismo del fine vita” verso le accoglienti cliniche svizzere o lussemburghesi, che accoglieranno con silenziosa efficienza tutti coloro che chiederanno di porre fine ad un accanimento terapeutico insensato ed inumano.






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NOTE


6)Si tratta, come i lettori ricorderanno, della questione più controversa. In sede giudiziale, sulla base di perizie mediche, si è ritenuto che si trattasse di un presidio medico e non di semplice alimentazione. Senza voler ritornare sempre sulle stesse questioni, proviamo solo a chiederci, in via del tutto ipotetica, cosa si dovrebbe fare in presenza di un più avanzato sistema di alimentazione indotta artificialmente. Fissiamo una norma che vale oggi per lo stato dell'arte con le conoscenze attuali e predeterminiamo in via definitiva che cosa si dovrà fare in futuro? Non sarebbe più saggio evitare di scrivere norme che si riveleranno fuorvianti e inapplicabili? In ogni caso, per tornare alla questione del consenso informato, occorrerà pur tenere conto della sentenza della Corte Costituzionale n° 438 del 2008, che recita testualmente: “ la circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello dell'autodeterminazione e quello della salute.”

venerdì 1 maggio 2009

Sommario Rivista Lavoro e Post mercato n° 60

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro

vedi la rivista completa

Rivista n. 60 - del 16-04-09

Sommario

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Argomento: Laboratorio sociale

L'Aquila dalla vita alla morte in un attimo

Il terremoto del 6 aprile ci ha segnato tutti e non solo perchè chi scrive vive vicino a quelle terre e perchè ha visto propri colleghi periti nell'immane tragedia, ma perchè il susseguirsi interminab...

La Redazione (D.P.)



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Argomento: Formazione

Il processo di integrazione dei servizi e dei sistemi di pagamento in Europa

Come noto a far data dal 19 novembre 2007 è operativo l cd TARGET2, il sistema realizzato e gestito dalla Banque de France, dalla Deutsche Bundesbank e dalla Banca d’Italia per conto dell’Eurosistem...

Diego Piergrossi


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Argomento: Formazione

E-cash. La Proposta della Commissione UE 9 ottobre 2008 di una nuova Direttiva Comunitaria

E’ stata licenziata in data 9 ottobre 2008 la proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea riguardante “l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attivi...

Diego Piergrossi


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Argomento: Formazione

Internet Providers: l'esperienza olandese e spagnola

La normativa in materia di copyrigt in Olanda punisce chiunque riproduca un’opera senza la

necessaria autorizzazione da parte del titolare dei diritti.

Allo stesso modo sono...

La Redazione (R.S.)


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Argomento: Formazione

SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE: IL PRESTATORE E IL LUOGO DI STABILIMENTO

Si parla di “prestatore stabilito” quando il prestatore attraverso la fornitura di servizi della società
dell’informazione esercita, in modo effettivo, a tempo indeterminato e mediante un’insta...

Rita Schiarea



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Argomento: Approfondimento

Uccidere un uomo è sempre omicidio. Mai più casi Eluana

Molto è stato scritto e molto è stato urlato sul caso Eluana, alcuni si sono documentati, altri hanno scelto per partito preso, altri sull'emozione e sull'istinto hanno scelto una posizione chi pro i...

Giuseppe Formichella


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Argomento: Approfondimento

La legge sul fine vita nel paese dei cuscini soccorrevoli. In margine al caso di E. Englaro (ultima parte)

Come si è detto nella prima parte di questo intervento, riteniamo che per casi simili a quelli di Eluana Englaro, si debba rifiutare qualsiasi ipotesi, anche la più sottile e modernizzata, di Stato ...

Antonio M. Adobbato