sabato 22 novembre 2008

Lavorare stanca? Pratiche e significati del lavoro


Capita spesso che nella vita quotidiana, incontrando persone nuove, ci si presenti agli altri con il proprio nome e, come capita di consueto, si informino i nuovi conoscenti del lavoro che si fa per vivere. Sono scene usuali e ci sembra del tutto naturale aspettarsi anche un commento sul lavoro che si fa e che l'altro ha dichiarato di fare. Perché ci sembra così naturale, appunto?

Quando si parla di lavoro si dovrebbe anche considerare che intorno ad esso e ai significati che gli sono stati attribuiti nel corso della storia si sono svolte battaglie culturali e politiche di primaria importanza e che al suo capezzale molti medici si sono pronunciati con diagnosi differenziate, spesso contrastanti. La storia delle idee testimonia come i vari pensatori che hanno focalizzato l'attenzione sul lavoro hanno sempre riconosciuto l'importanza e la centralità del lavoro per l'esistenza degli individui, anche se l'aspetto privilegiato è stato di gran lunga quello della querelle, mai risolta del tutto, della supremazia del lavoro intellettuale su quello manuale, traduzione materiale della superiorità della vita contemplativa sulla vita attiva. Anche la distinzione attualizzata della diversità del lavoro immateriale rispetto a quello materiale, testimonia come alcune concezioni sopravvivano anche nella nostra epoca che si configura, in prima battuta, come un'epoca in cui convivono aspetti arcaici, moderni e post moderni del lavoro.
In modo simile si ripresenta il dualismo tipico tra tempo di lavoro e tempo libero, all'origine inteso come tempo liberato.(1)

E' evidente, sulla base di questi brevi accenni, che il lavoro non è solo fatica e che nel suo dispiegarsi nel corso della storia si riflettono e si strutturano le relazioni umane, individuali e collettive.

Nella cultura classica, greca e romana, il lavoro fu associato ad uno stato di necessità, se non addirittura di pena e di fatica. Per la nostra sensibilità, invece, oltre ad essere un “percorso” obbligato per la sopravvivenza materiale, si è via via aggiunta, ma sarebbe meglio dire giustapposta, la concezione che si potesse provare piacere nell'attività lavorativa o addirittura che il lavoro potesse rappresentare un sistema di realizzazione personale.

La remunerazione del lavoro, su cui continuano ad affannarsi economisti, politici, sindacalisti, legislatori, si sdoppia proprio per inseguire questa duplice natura dell'attività lavorativa, connotandosi come retribuzione e come reputazione, riconoscimento economico e realizzazione personale.

Nell'età moderna, come ci ha insegnato Weber, è stata la cultura protestante a promuovere l'etica del lavoro, visto come strumento in grado di superare la condanna del peccato originale e idoneo a manifestare nella storia l'espressione e la realizzazione dei talenti donati da Dio. (2)
Solo nella sua ultima fase, con l'accentuarsi della divisione sociale del lavoro, ci si è staccati da questa concezione, e l'etica individualistica ha posto l'accento sulla soddisfazione e sulla gratificazione personale, generando l'idea del lavoro adatto a ciascuno e in relazione ai talenti personali.
Questa diversità di concezione modifica anche il concetto di tempo libero, un tempo non più così rigidamente separato dal lavoro ufficiale e invece posto quasi come modello per l'attività lavorativa, alla quale si chiede di essere il più simile possibile al tempo libero, per estrarne il valore di realizzazione e di compimento.

Quale lavoro si fa, come lo si fa, diventa un metro di misura della realizzazione individuale e per l'intera società. E' l'attuale divisione del lavoro sociale, con i problemi derivanti dalle diseguaglianze di accesso alle risorse materiale e intellettuali, a rendere drammaticamente irrisolta la tensione tra remunerazione e gratificazione. Differenziare e specializzare le attività, con l'aumento del fattore tecnico, se fa crescere la produttività e il valore del lavoro, come già aveva detto A. Smith, comporta anche un aumento esponenziale di lavori ripetitivi e alienanti, a fronte di un numero sempre più esiguo di lavori appaganti. Questa continua separazione tra lavoro appagante e lavoro di sopravvivenza, derivante dalla diseguale distribuzione del lavoro, è all'origine di molti problemi del mondo del lavoro, ivi compresa la tanto discussa questione della flessibilità e precarietà del lavoro, a seconda che si voglia sottolineare il senso di libertà e di opportunità di crescita professionale (flessibilità) o che invece si vogliano evidenziare gli aspetti più drammatici di un'occupazione a tempo determinato senza diritti e senza prospettive (precarietà).
A questo proposito, per venire ai dibattiti più prossimi a noi sulla forma che sta prendendo il “mercato del lavoro”, ci sarebbe da chiedersi se è davvero accettabile che i giovani, la parte più attiva e creativa della collettività, sia costretta in una condizione lavorativa connotata in modo così marcato come priva di speranza e di realizzazione personale.

Una sistema sociale autenticamente democratico non può e non deve disinteressarsi della qualità del lavoro e dovrebbe preoccuparsi di organizzare servizi sociali e formazione scolastica tali da distribuire equamente le opportunità di accesso e non a seconda della classe o del ceto culturale o professionale di appartenenza. Deve essere offerta una maggiore attenzione sulle condizioni materiali di partenza e si deve cercare di offrire maggiori opportunità per i giovani di aspirare ad un lavoro dignitoso e soddisfacente, invece di una realtà in cui spesso si scambia una fatica a tempo con la disponibilità a racimolare qualche soldo per sopravvivere. (3)

Per molti la prospettiva è di avere un'attività lavorativa mal remunerata, deprofessionalizzata e sottoposta ai ricatti e ai capricci della contingenza economica e dell'umore del datore di lavoro; per alcuni, pochi, la possibilità di avere un lavoro prestigioso e significativo (conquistato magari con favoritismi o clientele).

E' davvero preoccupante questa generale svalutazione del lavoro, della formazione e della cultura, se si pensa ai tanti interessati dibattiti sulla produttività e sul merito che riempiono “le gazzette”. L'esito di questo percorso, se non corretto, perverrà ad una società ancora più diseguale, più escludente, più ingiusta.

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Note
(1)Cfr. F. De NARDIS, L’irreversibilità del moderno, SEAM, Roma, 2001. Vedi anche F. JAMESON, Il postmoderno e la logica culturale del tardo capitalismo, Garzanti, Milano, 1989.Interessante lo studio di C. SPARACO che tratteggia un percorso filosofico e culturale sul confronto tra moderno e postmoderno: C. SPARACO, Postmoderno tra frammentarietà e urgenza etica, in Dialeghestai, 2003. Reperibile alla URL: http://mondodomani.org/dialegesthai/cs01.htm.
Sul rapporto tra vita attiva e vita contemplativa vedi H. ARENDT, Vita activa. La condizione umana, Bompiani, Milano, 1997.
(2)Vedi il fondamentale saggio di M. WEBER, L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, Einaudi, Torino, 1976. Sulla divisione sociale del lavoro vedi E. DURKHEIM, La divisione del lavoro sociale, Einaudi, 1999 e K. MARX, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi, Torino, 1980.
(3)Vedi l'interessante lavoro di S. BOLOGNA, Ceti medi senza futuro, Derive Approdi, Roma, 2007. L'A. ha esplorato con acume i nuovi lavori autonomi e le nuove forme di soggettività che ne scaturiscono. V. anche AA.VV., Condizioni e identità nel lavoro professionale, Derive Approdi, Roma, 2008. reperibile anche in rete sul sito www.deriveapprodi.org.

Sommario Rivista Lavoro e Post Mercato n°50

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro

Vai a http://www.lavoropostmercato.org/rivista.php



Sommario

Rivista n. 50 - del 16-11-2008

Sommario



Argomento: Laboratorio sociale

Eutanasia: si salvi Eluana subito con un Decreto Legge



La Redazione (D.P.)



*

Argomento: Info lavoro

Pubblico impiego: ancora precisazioni su assenze ed esonero



Diego Piergrossi



*

Argomento: Rete sociale

Giovani precariato e povertà

Rita Schiarea



Argomento: Evoluzione normativa

Interventi di sostegno per i concorsi di PMI

Pierfrancesco Viola



*

Argomento: Evoluzione normativa

Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare


Giuseppe Formichella



*

Argomento: Università & lavoro

Università: al via il secondo Decreto Gelmini

...

Alba Caiazzo



*

Argomento: Approfondimento

Lavorare stanca? Pratiche e significati del lavoro
Antonio M. Adobbato

mercoledì 12 novembre 2008

Quanto vale una laurea? Curriculum ed esperienze di lavoro



La forma moderna che hanno preso le autobiografie professionali, in specie i curriculum vitae , di cui esistono ormai mitiche versioni on line, mette in luce come negli innumerevoli esemplari di CV che circolano per le aziende si strutturi in modo del tutto peculiare il legame tra una pletora di titoli e una desolante mancanza di esperienza. (1)

Anche non prendendo molto sul serio la paradossale domanda sul mercato di giovani laureati a cui si chiedono esperienze degne di manager di alto profilo, e a cui si offrono al massimo degli stages non retribuiti , come se la retribuzione non fosse un argomento abbastanza nobile per parlarne, di stages non retribuiti c'è una richiesta altissima, per la nota legge della scarsità in economia: visto che di lavoro vero e retribuito ce n'è poco, ci si accontenta con un surrogato. Poi si propala la notizia che c'è una relazione tra lo stage e l'occupazione e voilà, il gioco è fatto: ci si è assicurati quel che un tempo si chiamava forza lavoro qualificata a un prezzo quasi irrisorio.

In tutto ciò risalta la risposta che i giovani laureati offrono alla richiesta di esperienza con una specie di mossa del cavallo, vantando un impressionante accumulo di titoli e di specializzazioni.
Siccome non si sa cosa può andar bene, oltre alla laurea e ai post laurea, ci si mette dentro il servizio militare, la patente di guida (regalata dalla nonna), lo stage estivo presso il villaggio turistico e via elencando. Poiché spesso si ritiene che essere laureati e specializzati sia sempre troppo poco, si infiocchetta la “proposta di collaborazione” - eufemismo socialmente accettato al posto di assunzione o contratto a tempo indeterminato - con una auto attestazione di “particolari attitudini relazionali” o con la dichiarazione “arma fine di mondo”, che si spera possa fare breccia nel gelido cuore dei selezionatori, quando si dichiara di prediligere i lavori di gruppo (scrivendo rigorosamente team working, locuzione magica) ma di essere anche pronti ad assumere su di sé il cilicio dell'autonomia....

Quando poi si va a spulciare nel catalogo delle lauree, dei master e delle specializzazioni che i candidati offrono speranzosi per non farsi cestinare al primo colpo d'occhio, risalta la difficoltà a specializzarsi realmente in un definito settore di lavoro. Si procede per tentativi ed errori, in un itinerario della speranza o della paura e non in quello irregolare e confuso di una creatività che cerca faticosamente se stessa.

In questo sistema i tentativi di specializzazione professionale non servono per stare sul mercato, evidenziando il circolo vizioso del regime del lavoro professionalizzato nel nostro paese, dove contano e comandano gli ordini e le corporazioni professionali, le caste sconosciute e non stigmatizzate quanto quelle politiche o sindacali. Si può qui vedere, quasi allo stato nascente, come ci siano moltitudini di persone che si affacciano sul mercato del lavoro vantando nei loro curricula un grado di specializzazione, e di varietà di competenze, di gran lunga maggiore della generazione che li ha preceduti; tuttavia, esso non basterà loro per garantirsi un tipo di reddito non diciamo dignitoso ma una remunerazione che sarà invece molto somigliante a quei casi che in passato sarebbero spettati ai soggetti marginali del mercato del lavoro, con occupazioni instabili e senza alcuna specializzazione.(2)

Classicamente, la laurea valeva come rito di passaggio nell'età adulta, nella responsabilità professionale e nella collocazione di status. Di tutto questo non è rimasto molto, visto che l'ingresso nel mondo adulto (ma possiamo dire gerontocratico, parlando dell'Italia) è rinviato a tempo imprecisato e come rito di passaggio la laurea sembra quasi valere al contrario: invece di conseguire un'identità e un ruolo sociali, si acquisisce uno status di incertezza e di instabilità, economica e di ruolo. Oggi, il rito della professionalizzazione si compie ancora in qualche modo ma, a differenza del passato, termina con la riduzione ad incertezza dell'iniziato e non con un suo accrescimento o una modifica evolutiva del suo status.

Allora, davvero, ci si deve chiedere: a che vale la laurea?

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NOTE

(1)Il curriculum vitae, spesso abbreviato in CV, di solito compilato nella ricerca di un primo o di un diverso lavoro, è l'abbreviazione di curriculum vitae ed studiorum, quindi comprende l'esperienza di vita e di lavoro insieme al corso di studi e di specializzazioni professionali.
Per farsi un'idea del peso che si attribuisce al CV e ai consigli su come stilarlo si può dare un'occhiata qui: http://www.ottimizzare.com/curriculum_vitae/, uno dei tanti siti che offrono consigli e “dritte”, gratuitamente e non. Per vedere come si compila un CV con standard europeo, v. http://www.europass-italia.it/.
Secondo uno studio dell' Ires-Cgil, tra il 2002 e il 2006 gli operai hanno subìto una riduzione del reddito disponibile pari a 2050 euro, mentre liberi professionisti e dirigenti si sono ritrovati 12.200 euro in più. Dunque la classe media e bassa ha perso potere d' acquisto. E i giovani? Sono sempre più sacrificati. «Chi ha sotto i 32 anni guadagna in media 800 euro netti al mese - spiega Agostino Magale, direttore dell' Ires Cgil - e chi ha una laurea in tasca oggi ha una paga inferiore rispetto a chi è andato a fare l' operaio anni prima». E i dati di OD&M lo confermano. Gli stipendi dei neolaureati sono andati giù del 7,8 per cento. Peggio ancora per chi ha dai tre ai cinque anni di esperienza (che ha visto diminuire la retribuzione in termini reali del 13,1 per cento), essendo entrato nel mercato del lavoro proprio quando l' economia andava male. Ma il dato sorprendente è che oggi i neolaureati guadagnano in media 23mila euro, dunque poco più di un operaio (22.736 euro l' anno comprensivi però di premi e straordinari). «La laurea non paga più perché si sta abbassando il livello di ingresso»- spiegano a Od&M - Soprattutto le piccole aziende, per ridurre i costi, preferiscono assumere diplomati. è vero però che nel lungo periodo un diploma di laurea è quello che fa scattare gli aumenti e dunque crescere la retribuzione». Nell' universo giovani solo stati infatti solo i non laureati (con uno o due anni di esperienza) che tra il 2001 e il 2006, sono riusciti a difendere un po' il potere d' acquisto. Che cosa è accaduto in questi anni? Per Agostino Megale la risposta è una sola. «Dal 1993 al 2003 - spiega il direttore dell' Ires Cgil - su 21 punti di aumento della produttività solo 3 sono andati ai lavoratori, gli altri sono andati tutti ai profitti. è giunta l' ora di invertire la tendenza»
(2)Secondo uno studio dell' OD&M del 2007 sulle retribuzioni in Italia, i giovani sono sempre più penalizzati in ambito retributivo. “Chi ha sotto i 32 anni guadagna in media 800 euro netti al mese, dice Agostino Megale, direttore dell'IRES-CGIL commentando questi dati, e chi ha una laurea in tasca oggi ha una paga inferiore rispetto a chi è andato a fare l'operaio l'anno prima.”.I dati OD&M lo confermano.

SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE E SVILUPPO DELL’E-GOVERNMENT (Ultima parte)


I Centri Regionali di Competenza (CRC)

Il Piano d’azione sull’e-government nel nostro paese, così come è stato proposto nel Primo Avviso, ha configurato una metodologia d’intervento orientata a privilegiare un’aggregazione virtuosa tra amministrazioni e a richiedere una progettualità finalizzata alla realizzazione di servizi on-line e alla costruzione di meccanismi di riuso delle soluzioni, con lo scopo di favorire lo scambio di esperienze e competenze tra Amministrazioni.
Il numero di progetti presentato, come si legge nel Primo Rapporto sull’innovazione nelle regioni d’Italia, è piuttosto elevato: 377. Dopo una lunga valutazione, il numero di progetti co-finanziati definitivo è di 134.

L’attuazione dell’e-governement locale si è sviluppata grazie ad una stretta cooperazione tra le Regioni e le autonomie locali e ad una positiva collaborazione con le strutture centrali, tramite l’attivazione di strutture nazionali e regionali.
Le strutture nazionali sono state individuate nel DIT e nel Centro Tecnico, al fine di garantire un supporto politico e tecnico efficace alla prima fase del piano di e-government in Italia; a livello locale, invece, sono stati costituiti, a partire dal 2002, assieme alle Regioni e con il sostegno del Dipartimento della Funzione Pubblica, i Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la società dell’informazione (CRC).(28)

I Centri regionali di competenza sono strutture di carattere operativo, diffuse sul territorio regionale, con il ruolo di facilitatori nell'attuazione dei processi di innovazione attraverso la realizzazione di piani di attività formative, informative e di assistenza agli Enti Locali nell’attuazione dei progetti di e-government e in generale dei piani per la società dell’informazione. (29)
Gli obiettivi stabiliti per i CRC sono così sintetizzabili:
- supportare e rafforzare le competenze degli Enti Locali nello sviluppo di iniziative per l’e-government e la SI, in coerenza con gli obiettivi fissati dalle Linee Guida del Governo;
- aumentare l’attenzione e comprensione dei decisori pubblici rispetto ai problemi da affrontare, al ruolo propulsivo che possono assumere per il cambiamento, e l’importanza di “fare sistema”;
- diffondere modelli, approcci e strumenti condivisi su aspetti critici (organizzativi, gestionali, culturali, ecc.) dei processi di innovazione nell’amministrazione pubblica;
- sviluppare la cooperazione su questi temi nei sistemi regionali e su scala interregionale;
- garantire una informazione tempestiva e efficace sullo stato di attuazione e sui risultati delle politiche regionali e nazionali per la SI”.

Sotto il profilo organizzativo, si è scelto di avviare in ogni regione un Team di Progetto; da parte delle strutture centrali si mette a disposizione un consulente senior e 1-2 figure junior, in genere professionisti con competenze multi-disciplinari, già operanti nel contesto locale; beni strumentali per il Team di Progetto; servizi di varia natura gestiti dallo staff centrale presso il Formez, a supporto delle attività sul territorio e della creazione del network nazionale dei CRC. Le Regioni, a loro volta, mettono a disposizione proprio personale, in grado di partecipare con continuità alle attività dei Team di Progetto, lo spazio per ospitarli e i servizi connessi.

Il ruolo dell’Osservatorio

Nell’ambito del piano di attività dei Centri Regionali di Competenza importanti funzioni sono attribuite all’’Osservatorio sull’e-government e la società dell’informazione. Tale Osservatorio si occupa di monitorare la diffusione delle nuove tecnologie nei contesti territoriali e in modo particolare nel funzionamento della pubblica amministrazione locale, nonché l’utilizzo dei servizi pubblici innovati da parte dei cittadini e delle imprese.
L’obiettivo dell’Osservatorio, è quello di ricostruire, attraverso contributi locali e opportune rielaborazioni, una visione nazionale coerente delle dinamiche evolutive dell’e-government e della società dell’informazione a livello locale. Allo stesso tempo, l’Osservatorio propone anche una lettura e approfondimenti “regionalizzati” di dati e fenomeni che sono spesso considerati solo in modo aggregato a livello nazionale.
Nell’ottica di una costruzione graduale del patrimonio informativo e dei meccanismi organizzativi della rete, l’Osservatorio, nella fase attuale, non pretende di fornire un quadro esaustivo di tutte le dimensioni della Società dell'Informazione - commercio elettronico, capitale umano, ricerca e innovazione nelle imprese, ecc.- né di riuscire a rappresentare tutti i processi di sviluppo a livello di realtà regionale.

Il primo macro-ambito tematico su cui si è raggiunta una dimensione organizzativa e operativa stabile è quello dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione locale che viene osservata nelle diverse fasi che la caratterizzano:
§ la programmazione e attuazione delle politiche regionali e locali
§ la progettazione di infrastrutture e servizi in base agli obiettivi delle politiche di innovazione
§ l’offerta effettiva dei servizi innovati
§ le infrastrutture e la cooperazione applicativa
In linea con il modello organizzativo del progetto CRC, le attività dell’Osservatorio sono realizzate nei CRC a livello regionale e nella struttura di coordinamento centrale, presso il Formez. (30)

I CRC, nell’esercizio della loro funzione di Osservatorio Regionale, sono impegnati nella raccolta di informazioni e dati, in buona parte aderenti ad un modello comune e condiviso di analisi rispetto alle altre regioni.
Lo staff di coordinamento dell’Osservatorio all’interno dello staff centrale stimola il processo di definizione e condivisione di quei modelli comuni che permettono l’omogeneizzazione dei dati raccolti a livello regionale, ed opera approfondimenti tematici su scala nazionale e letture trasversali dei dati e delle dinamiche rilevate nelle diverse regioni.

Nelle sue azioni di ricerca e di studio, l’Osservatorio prevede anche di promuovere collaborazioni con altri centri di ricerca e con l’Università per indagini di tipo qualitativo e quantitativo.

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NOTE

(28) Vedihttp://www.innovazione.gov.it/ita/egovernment/entilocali/centrireg.shtml.

Ciascun CRC è costituito sulla base di apposite convenzioni tra il Ministro per l'innovazione e le Tecnologie e i Presidenti delle Regioni.
(29) Per ulteriori approfondimenti cfr. www.crcitalia.it Ciascun centro regionale sviluppa un piano di attività con modalità operative e finalità proprie, adeguate alle esigenze della realtà locale, e, al tempo stesso, è in rete con gli altri centri regionali e beneficia di servizi e supporti comuni.
(30) Relativamente al tema della fruizione dei servizi l’Osservatorio CRC al momento si pone in posizione di attesa e segue attentamente la reportistica e l’evoluzione delle metodologie a livello nazionale nonché i benchmarking multiregionale in ambito UE


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BIBLIOGRAFIA

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L’e-government per un federalismo efficiente – una visione condivisa, una realizzazione cooperativa. Note di riferimento per lo sviluppo dell’e-government nelle amministrazioni centrali, nelle regioni e negli enti locali, 1/4/2003


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Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e al Comitato delle Regioni
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Il futuro del lavoro. Fatica e ozio nella società post-industriale, Rizzoli, Milano, 1999

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Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, Dipartimento delle Funzione pubblica per l’efficienza delle amministrazioni, Formez, Centri Regionali di Competenza

Primo Rapporto sull’innovazione nelle regioni d’italia, 2002
Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, Dipartimento delle Funzione pubblica per l’efficienza delle amministrazioni, Formez, Centri Regionali di Competenza

Secondo Rapporto sull’innovazione nelle regioni d’italia, 2003
Presidente del Consiglio dei Ministri
Direttiva del del 30 maggio 2002 per la conoscenza e l'uso del dominio internet ".gov.it"

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martedì 4 novembre 2008

Sommario Rivista Lavoro e Post Mercato n° 49

Lavoro e Post Mercato
Quindicinale telematico a diffusione nazionale a carattere giornalistico e scientifico di attualità, informazione, formazione e studio multidisciplinare nella materia del lavoro
Rivista n. 49 - del 01-11-2008
Sommario
Argomento: Laboratorio sociale
Emergenza giustizia: nuovi interventi urgenti.
Come già anticipato in altro editoriale (il n.48/2008) la situazione della Giustizia in Italia è fortemente drammatica ed una delle cause è costituita proprio dall’attuale organizzazione e struttura d...
La Redazione (R.S.)
continua...
Argomento: Laboratorio sociale
Pubblico impiego e Terzo settore: un binomio alla prova.
La Nostra Rivista ne aveva già trattato nel n.44 del 2008 allorquando aveva anticipato le novità introdotte dal Decreto Legge 112/2008 (ora L.n.133/2008) all’articolo 72, e della sua ratio ispiratr...
Diego Piergrossi
continua...
Argomento: Info lavoro
Vigili del fuoco: importanti novità in tema di disciplina dell'accesso
Importanti novità per l’accesso al Corpo dei Vigili del Fuoco, come noto con il decreto del Ministro dell'Interno dell’ 11 marzo 2008, n. 78 era stato emanato il nuovo «Regolamento concernente i requi...
Giuseppe Formichella
continua...
Argomento: Rete sociale
SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE E SVILUPPO DELL’E-GOVERNMENT (Ultima parte)
I Centri Regionali di Competenza (CRC) Il Piano d’azione sull’e-government nel nostro paese, così come è stato proposto nel Primo Avviso, ha configurato una metodologia d’inter...
Antonio M. Adobbato
continua...
Argomento: Evoluzione normativa
Extra UE: novità in tema di ricongiungimento e status rifugiato
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 247 del 21 ottobre 2008 il Decreto Legislativo 3 ottobre 2008, n. 160 contenente “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007...
Henri Lazzeri
continua...
Argomento: Evoluzione normativa
Misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie sociali
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.246 del 20 ottobre 2008il Decreto Legge, 20 ottobre 2008 appunto, n. 158 inerente le "Misure urgenti per contenere il disagio abitativo di partico...
Alba Caiazzo
continua...
Argomento: Evoluzione normativa
Scuola ed Università: tra occupazioni e scontri il Decreto Gelmini diventa Legge.
Non è la prima volta che la nostra rivista affronta il tema scuola-università ed in particolare, da ultimo, il cd Decreto Gelmini, oggi, però, è realmente difficile anche solo parlarne in termini non ...
Rita Schiarea
continua...
Argomento: Università & lavoro
Ricerca e sviluppo: sottoscritto il Protocollo sulla valutazione economica dei brevetti
Sottoscritto in data 21 ottobre 2008 dal Ministero dello Sviluppo economico, l'Associazione bancaria italiana, Confindustria e la Conferenza dei Rettori delle Università italiane il Protocollo d'intes...
Pierfrancesco Viola
continua...
Argomento: Università & lavoro
Quanto vale una laurea? Curriculum ed esperienze di lavoro
La forma moderna che hanno preso le autobiografie professionali, in specie i curriculum vitae , di cui esistono ormai mitiche versioni on line, mette in luce come negli innumerevoli esemplar...
Antonio M. Adobbato
continua...