domenica 26 ottobre 2008

Il lavoro di nuovo sullo schermo: la sicurezza sui luoghi di lavoro alla 65° Mostra di Venezia


Ci sono voluti troppi morti perché il mondo della cultura e il cinema si accorgessero di nuovo del mondo del lavoro.Adesso il cinema sembra rispondere agli appelli lanciati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sin dal 2006 e alle tante richieste di non dimenticare dopo le stragi sul lavoro di Torino alla Thyssenkrupp, di Marghera, di Genova, di Molfetta e di tutti quelli che con un atroce stillicidio scandiscono i numeri di una ecatombe silenziosa. Sembra ritornare, almeno in alcune operazioni culturali, e con le dovute cautele dovute al contesto sociale completamente cambiato, quello spirito della cultura impegnata, engagée, che aveva contraddistinto per alcuni decenni il cinema italiano nell'immediato dopoguerra, innervato di passione civile e di sensibilità ai problemi sociali. Al cinema, come alla letteratura, si assegnava un compito educativo, pedagogico, come a tentare un legame realtà-rappresentazione-trasformazione, con l'esplicita intenzione di partecipare al generale movimento di ricostruzione e di rinascita dopo l'esperienza del fascismo e della guerra. (1)
Film come “Ladri di Biciclette” (1948 - De Sica), sul tema della disoccupazione e della povertà o “Rocco e i suoi fratelli” (1960 -Visconti), sul tema dell'immigrazione interna in Italia, per citare due tra i più celebri, e che descrivono la parabola del movimento neorealista dall'inizio alla fine del suo percorso, sono i capofila di un nutrito gruppo di opere che avevano portato la realtà sociale più difficile e controversa sul grande schermo, compiendo un'operazione culturale di grande prestigio e di grande influenza sulla società italiana.
Tornando al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, così come si è diffuso nell'opinione pubblica un segno di attenzione e di sensibilità intorno ad un tema colpevolmente dimenticato, rimosso per troppo tempo dalla coscienza collettiva, anche il mondo del cinema torna ad interessarsi della realtà e dei problemi della sicurezza sui luoghi di lavoro, riportando fuori dal cono d'ombra dei mezzi d'informazione la condizione durissima in cui si trovano molte realtà lavorative, tra precarietà e insicurezza.Inoltre, a testimonianza di un nuovo clima di interesse intorno a questo tema, come a voler operare più nella sfera simbolica e culturale che in quella normativa, l'associazione “Articolo 21 Liberi di” ha presentato l'iniziativa ” Carovana per il lavoro sicuro”, coordinata da Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro, e che ha avuto l'adesione di molte personalità del giornalismo e della cultura.Si tratta di un viaggio che unisce varie iniziative che coinvolgeranno il mondo del cinema, della musica, del teatro e del giornalismo e che farà tappa nei luoghi dove si sono consumate alcune stragi sul lavoro, da Torino a Marghera, da Molfetta a Campello sul Clitunno. “L'obiettivo dell'iniziativa, ha precisato Damiano, non è solo di commemorare queste tragedie ma anche di mettere in rete come punti simbolici questi luoghi e ribadire che non bisogna abbassare la guardia rispetto alle morti bianche e agli infortuni.”(2)
La Carovana per il Lavoro sicuro è partita i primi di settembre e durerà fino a dicembre.Tra le tappe previste c'è stata anche la mostra del Cinema di Venezia, che ha dedicato quest'anno una sezione al fenomeno delle morti bianche.(3)
Proprio nel corso dell'ultima Mostra di Venezia, giunta alla sua 65° edizione, sono stati presentati due film ( ma sarebbe meglio dire due docu-fiction), dedicati esplicitamente a questo tema.Il primo di essi, del regista Mimmo Calopresti, calabrese, famiglia operaia alla Fiat di Torino, dal titolo significativo “La fabbrica dei tedeschi”, è stato presentato alla sezione Orizzonti il 4 settembre 2008 come evento speciale, per sottolineare l'urgenza e l'importanza del tema della sicurezza.In questo film-documentario, in cui sono compresenti elementi di fiction e materiali d'archivio, si ricostruisce l'ultimo giorno di lavoro prima dell'incendio alla Thyssenkrupp di Torino che costò la vita a sette operai nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Con un prologo interamente di fiction, si mescolano in questo emozionante lavoro le interviste di repertorio ai parenti delle vittime, ai vigili del fuoco, ai sopravvissuti e la recitazione di attori e attrici famosi che nel film interpretano familiari e colleghi delle vittime.Come ha dichiarato lo stesso regista alla conferenza stampa, “la sicurezza nei luoghi di lavoro è un'utopia per cui vale la pena di battersi. Ho sentito un impeto fisico davanti alla tv, mentre quei ragazzi morivano. Dovevo fare qualcosa, andare lì per stare vicino a loro: alle madri, alle mogli, ai sopravvissuti.(...) A me mancano molto gli operai, quel mondo di personaggi con stipendi di m....(sic!) e condizioni di lavoro dure, mancano nel dibattito politico quasi sempre inutile, nel ping pong delle dichiarazioni, mancano sui giornali troppo pieni di gossip. Vicende come quella della Thyssenkrupp, che pure accadono spesso, trovano posto solo il giorno della tragedia.”Il cinema, ha precisato Calopresti, “ci porta dentro la realtà in maniera potente, più di qualsiasi altro mezzo” [sono un] cineasta che crede in questo mezzo per elaborare il dolore, per emozionare.”(4)
Il film, oltre che in distribuzione nelle sale, sarà trasmesso in tv in esclusiva su La 7, l'8 dicembre prossimo, all'interno di una puntata speciale de 'L'Infedele' di Gad Lerner.
Il giorno dopo, il 5 settembre, è stato presentato “Thyssen Krupp Blues”, opera di Pietro Balla e Monica Repetto. Le riprese di questo film documentario sono iniziate alcuni mesi prima della tragedia del 6 dicembre 2007. L'intento degli autori era quello di raccontare la città di Torino e la rinascita della Fiat dopo una lunga crisi. Cambiando in corso d'opera, il documentario che voleva essere il racconto della crisi e della ripresa di due aziende storiche, Fiat e Bertone, si trasforma nella cronaca di una tragedia annunciata.Il protagonista di questo documentario è Carlo Marrapodi, operaio, che, insieme ai suoi colleghi ed amici, racconta storie semplici di gente semplice, alle prese con turni massacranti e condizioni di lavoro durissime. Ma malgrado le denunce e gli appelli, nella linea 5 dell'acciaieria, in un terribile rogo, si compirà la tragedia, la morte di sette operai. Il titolo del film, dicono gli autori, è perchè tutta questa “storia ricorda un blues: melanconica, dove nessuno ha ragione, a parte quelli che sono morti. E' una storia tristissima che sottolinea la necessità delle cose che mancano, con un andamento straziante e senza nessuna possibilità di recupero.(...) E poi è una storia che potrebbe succedere a chiunque, il protagonista è un ragazzo trentenne, normale, felice che improvvisamente di fronte alla morte, per la prima volta, tocca con mano una tragedia che non ha possibilità di essere risolta, che rappresenta la fine.”Come si vede anche dal tenore delle dichiarazioni degli autori, sembra riemergere, pur se in vesti differenti rispetto al movimento neorealista, l'idea che l'espressione artistica possa contribuire a gettare luce su problemi sociali gravi e che possa contribuire a creare maggiore sensibilità e stimolare interventi intorno ad eventi che riguardano le condizioni materiali di vita di milioni di persone.C'è da augurarsi che il sistema distributivo cinematografico dia la possibilità a queste due opere di circolare e di essere viste dal maggior numero possibile di spettatori, ricavando almeno un posticino accanto ai più scanzonati cinepanettoni.
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Note
(1)Vedi
http://www.italica.rai.it/cinema/index.htm. Per inquadrare il neorealismo in letteratura, cfr. C. Muscetta, Realismo, neorealismo, controrealismo, Garzanti, Milano, 1976.
(2)Vedi
http://www.articolo21.info/notizia.php?id=7288.
(3)Vedi
http://www.labiennale.org/it/cinema/
(4)Il film, oltre che in distribuzione nelle sale, sarà trasmesso in tv in esclusiva su La 7, l'8 dicembre prossimo, all'interno di una puntata speciale de 'L'Infedele' di Gad Lerner.Vedi anche il sito dedicato alla rassegna cinematografica Cinema &/è Lavoro che si tiene a Terni dal 14 al 18 ottobre 2008, dove ci sarà anche la carovana per il lavoro sicuro:
http://www.cinemaelavoro.com/

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