giovedì 27 agosto 2009

Rapporto Istat 2008: Italia in difficoltà al Sud e sempre più multietnica


E' stato presentato a Roma, nello scorso mese di maggio, il consueto rapporto annuale ISTAT, relativo all'anno appena trascorso.(1)

Questo nuovo rapporto Istat del 2008 ci racconta di un'Italia dove cresce la disoccupazione, dove aumentano le differenze tra Nord e Sud e dove si registra un aumento della popolazione residente, soprattutto grazie all'arrivo di nuovi stranieri e all'alta natalità di quelli già residenti.

E' il ritratto di un paese in mutamento, disomogeneo territorialmente e con una sempre crescente presenza di stranieri.

Anche se la lettura delle cifre non è sempre appassionante, si tratta di una raccolta di dati preziosa e scientificamente accurata di molti fenomeni che sono spesso sovra o sottostimati, a seconda se si collocano o meno al centro delle attenzioni mediatiche e del dibattito politico.

Vediamo per grandi blocchi tematici le aree di maggior interesse.

DISAGIO ECONOMICO
Circa la metà delle famiglie (il 45% del totale, 10 milioni di nuclei familiari), a reddito alto o medio alto, che vivono nel Nord Italia non hanno avuto livelli apprezzabili di disagio economico, mentre circa il 10 % delle famiglie, circa due milioni e mezzo in tutto, soffrono difficoltà economiche sensibili, soprattutto in presenza di spese impreviste, stimate dall'Istituto di ricerca in una somma che si aggira intorno ai 700 euro.
Circa un milione e 330 mila, il 5,5 per cento, sono invece le famiglie occasionalmente in difficoltà per le spese alimentari, mediche e quelle per i trasporti.
Il 6,3 per cento, un milione e 500 mila circa, sono infine le famiglie con gravi problemi di bilancio, in lotta contro bollette, affitto, e spese di prima necessità.
In questo caso la prevalenza geografica del disagio, è da rintracciarsi al Sud, dove si addensa il maggior numero di famiglie con più di tre figli o con la presenza di un solo genitore o con il maggior numero di inoccupati.

OCCUPAZIONE
Rallenta l’occupazione, attestandosi intorno allo 0,8 per cento, ovvero solo circa 183 mila persone in più rispetto al 2007, dato per la prima volta inferiore ai livelli di disoccupazione. L’incremento ha interessato esclusivamente le regioni del Nord e del Centro, con variazioni rispettivamente dell’1,2 e dell’1,5 per cento, mentre nel Mezzogiorno l’occupazione è diminuita dello 0,5 per cento.
Il rapporto evidenzia anche una differenza tra i lavoratori «standard», cioè a tempo pieno e durata indeterminata, che sono circa 18 milioni, tra quelli «parzialmente standard», cioè a tempo parziale e con durata non predeterminata, che sono circa 2,6 milioni, e gli atipici, i dipendenti, a termine e i collaboratori, che sono quasi 2,8 milioni.
Aumentano i lavoratori stranieri, passando al 7,5 per cento, con un picco del 9 per cento nel Centro-Nord, nonostante la flessione dell’occupazione. In crescita anche il lavoro femminile, che si attesta al 39,9 per cento e a un tasso di occupazione salito al 47,2 per cento, ma siamo ancora lontani dal dato europeo, dove le donne rappresentano il 44,8 per cento dell’occupazione totale.
Si evidenzia una forte flessione degli occupati nell’industria, che rispetto al 2007 sono scesi di circa 63 mila unità, cioè dell’1,2 per cento, e nell’agricoltura, scesi del 3,1 per cento, pari a 28 mila persone, con un relativo aumento del ricorso alla cassa integrazione; risulta ancora in crescita il terziario.
E riappare una disoccupazione che investe anche gli stranieri, toccando l’8,5 per cento, due decimi di punto in più rispetto al 2007, portando cioè a 26 mila gli stranieri in cerca di lavoro in più rispetto all’anno precedente, pari a circa 162 mila unità.
Per quanto riguarda la perdita del lavoro il 2008 si distingue per una crescita del dato, rispetto all'anno precedente, del 54 per cento. Sette uomini su dieci dichiarano di aver perso il lavoro soprattutto nella trasformazione industriale e nelle costruzioni, dato confermato anche per i lavoratori stranieri.

POPOLAZIONE
Cresce la popolazione residente, con un aumento pari a 434 mila unità e con un tasso d’incremento del 7,3 per mille, dovuto esclusivamente, secondo il Rapporto Istat, agli stranieri, che salgono così a quasi 3 milioni e 900 mila unità, pari al 5,8 per cento della popolazione totale, con un massimo al Nord del l’8,1 per cento e un minimo al Sud, con un 2 per cento.
È di nazionalità rumena la comunità più numerosa, con circa 780 mila persone.
La gran parte degli stranieri circa l’87,5 per cento del totale, risiede al Centro e nel Nord Italia, interessando soprattutto l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto.
Il 22,2 per cento degli stranieri residenti, invece, è costituito da minorenni, pari a 761 mila unità, in aumento di circa 94 mila unità rispetto al 2007.
Questo incremento è determinato per circa i due terzi dalle nascite in Italia da genitori entrambi stranieri, che nel 2007 sono state più di 64 mila, mentre nel resto dei casi si tratta di ricongiungimenti familiari.
Interessante il confronto sulla natalità. Nel 2007 il numero medio di figli è pari a 1,28 per le donne italiane e a 2,40 per le straniere. Durante il 2007 sono stati oltre 34 mila i matrimoni con almeno uno sposo straniero, il 13,8 per cento del totale dei matrimoni registrati in Italia, cioè circa 250 mila.

URBANIZZAZIONE
L'Istat continua a rilevare l'espansione delle aree urbanizzate in Italia, con un incremento preoccupante del cemento in media di 22 metri cubi per abitante. Il Rapporto constata che quest'espansione si è verificata «in assenza di pianificazione urbanistica sovracomunale».Tra le Regioni che hanno visto un incremento maggiore dell'urbanizzazione troviamo il Molise, la Puglia, le Marche, la Basilicata e il Veneto, aree in cui la corsa all'edificazione è più accentuata. In Veneto, che già dal 1991 condivideva con la Lombardia il primato della regione con più costruzioni in Italia, le superfici edificate sono cresciute ancora del 5,4%, «approssimando situazioni di saturazione territoriale».

SCUOLA
La crescita del numero degli stranieri nel nostro Paese ha cambiato in profondità anche la composizione delle popolazione scolastica.Nell'anno scolastico 2007-08 gli alunni stranieri presenti nelle scuole italiane sono a quota 574 mila, con un rapporto di 6,4 studenti non italiani ogni 100 iscritti. La maggior presenza di studenti stranieri si registra nelle scuole primarie, sia in termini assoluti (218 mila) sia relativi (7,7 ogni 100 iscritti). Nelle scuole secondarie di secondo grado, invece, l'incidenza di alunni stranieri è più contenuta con una media 4,3 ogni 100 iscritti.

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NOTE
1) Vedi http://www.istat.it/dati/catalogo/20090526_00/.

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