domenica 6 dicembre 2009

Un rapporto Eurostat sulle condizioni materiali di lavoro.


Le statistiche intorno agli incidenti sul lavoro o, come sarebbe meglio dire, in occasione di lavoro, sono abbastanza note anche al grande pubblico.

Sono meno conosciute, invece, quelle sui problemi generici di salute, legati al benessere generale, alle condizioni psicofisiche o allo stress.

Secondo uno studio di Eurostat pubblicato di recente (1), e che mette a confronto le condizioni materiali di lavoro degli europei, le cifre che emergono intorno al disagio o ai problemi di salute sui luoghi di lavoro sono abbastanza significative, visto che interessano un numero molto ampio di cittadini europei.

Molti lavoratori europei, infatti, si ritrovano a fare i conti con problemi di salute collegati alle attività quotidiane sul lavoro. Nel complesso, queste problematiche parrebbero coinvolgere più di un europeo su dieci. Sono infatti venti milioni quelli che hanno avuto problemi di salute negli ultimi dodici mesi e quasi sette milioni quelli che hanno avuto un incidente. I dati, come si diceva, sono quelli del monitoraggio effettuato dalla divisione di Eurostat che si occupa dei temi legati alle popolazioni e alle condizioni sociali.

La sofferenza psicofisica prevalente, riguarda le ossa, le articolazioni e i muscoli. In testa a questa particolare classifica dei dolori, ci sono quelli alla schiena. Altrettanto diffusi sono i problemi relativi a collo, spalle, braccia e mani.

Lo stress, la depressione e gli stati di ansia pare che colpiscano soprattutto le donne: più del 15 per cento. I problemi agli arti inferiori colpiscono circa il 10% dei lavoratori. Quelli cardiaci e al sistema circolatorio riguardano circa il 5 per cento dei lavoratori e sembrano coinvolgere di più gli uomini.

Dai dati di Eurostat, poi, risulta abbastanza evidente che l’insorgenza di questo tipo di problemi aumenta al crescere dell’età. E questo dovrebbe far riflettere anche tutti i difensori dell’allungamento dell’attività lavorativa.
Nella classe dei lavoratori tra 25 e 34 anni i casi sono tutti in una soglia da considerare fisiologica, al di sotto del 6 per cento.
I lavoratori e le lavoratrici che invece ricadono nella fascia d’età tra 55 e 64 anni la quota di chi fa i conti con queste problematiche di salute, raddoppia.
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Note

Vedi http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/health/documents/tables.pdf.

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